- By rossella
- In adolescenza
Il lato positivo dei videogiochi
Non ci sono solo videogiochi violenti, alcuni hanno degli effetti positivi sui giocatori.
Rientrano in questa categoria quei videogiochi che aiutano i bambini e i ragazzi malati a fronteggiare la loro malattia e a sentirsi meglio mentre si divertono, ad esempio alcuni videogiochi sono realizzati per aiutare i giovani pazienti malati di cancro.
Sullo schermo il giocatore può muovere una macchina miniaturizzata che colpisce le cellule cancerogene, sconfigge le infezioni batteriche e gestisce i segni di nausea e di costipazione, comuni durante le terapie.
L’obiettivo di questo videogioco è quello di insegnare ai giovani pazienti in che cosa consiste la cura, come si contrasta la malattia e di renderli partecipi e collaborativi.
Uno studio internazionale condotto alcuni anni fa in 34 centri medici paragonò un gruppo di bambini malati che aveva giocato con questo videogioco con un analogo gruppo di bambini affetti dallo stesso tipo di malattia che aveva giocato con un altro videogioco che non aveva nulla a che vedere con la loro malattia.
La differenza tra i due gruppi risultò significativa. Il primo gruppo, infatti, mostrò di avere una conoscenza maggiore del cancro, di seguire con più attenzione e disponibilità i protocolli e di partecipare attivamente alle cure.
Ormai nel nostro mondo digitalizzato i videogiochi sono i giochi preferiti dalle nuove generazioni: le mamme li odiano, i ragazzi li amano e gli insegnanti sembrano ancora indecisi.
In ogni caso i videogiochi sono una realtà della quale non si può non tenere conto. Come sempre il “come” e “per quanto tempo” si usano fanno la differenza.
Una mole crescente di ricerche sembra indicare che i videogiochi aiutino l’apprendimento e lo sviluppo di specifiche abilità cognitive come memoria e ragionamento.
Per questo motivo in molte nazioni i videogiochi sono entrati da anni nell’insegnamento scolastico. Pertanto senza demonizzarli nè osannarli occorre disciplinarli e sceglierli in modo opportuno.
