• Febbraio

    21

    2024
  • 92
  • 0
I maschi depressi

I maschi depressi

Di solito si associa la depressione al silenzio, alla tristezza, all’isolamento ma non sempre è così, c’è chi reagisce al disagio con rabbia o aggressività, in molti casi rivolta verso se stessi. Succede soprattutto agli uomini: secondo le statistiche sono solo 1/3 delle persone che soffrono di depressione (i maschi depressi), ma si tratta comunque di numeri importanti. Sono ancora molti gli uomini che trovano difficile chiedere aiuto: i maschi depressi sono meno portati a parlare di se stessi, a esprimere i propri sentimenti. Le donne sono più abituate all’idea che si debba lavorare sulla gestione dei sentimenti e più aperte nei confronti della psicoterapia. A questo si aggiunge che c’è ancora un certo stigma nei confronti della depressione maschile, dei maschi depressi, che porta a collegare la malattia alla fragilità. Questo è un problema perché se la diagnosi viene rinviata il quadro clinico si aggrava.

I sintomi classici della depressione, come il rallentamento psicomotorio, rimandano a un’identità femminile e stridono con l’idea di un uomo che esprime forza, attivazione e non emozioni. Per molti è difficile accettare di avere un disturbo mentale, per questo spesso gli uomini esternalizzano il loro disagio con rabbia e aggressività o con comportamenti come l’uso di sostanze, che in qualche modo sembrano più accettabili del chiedere aiuto. Il rischio è che in questi casi la depressione non sia riconosciuta e che la diagnosi ricada in altri quadri clinici. Anche se ci sono soggetti in cui la malattia si manifesta in modo più tradizionale, sicuramente la depressione maschile e’ sotto diagnosticata. Chi arriva in terapia ha in qualche modo deciso di affrontare il problema, il difficile e’ intercettare chi non riesce a chiedere aiuto. I giovani in genere sono più aperti, ma anche loro fanno fatica a contattare le proprie emozioni. Ancora oggi si insegna che esprimerle significa essere deboli. Per un uomo ammettere di sentirsi triste è ancora difficile, l’emozione più accettata e’ la rabbia.

Nei maschi depressi la malattia può esprimersi attraverso disturbi del comportamento, ma sia uomini che donne quando soffrono di depressione tendono a ritirarsi dalle interazioni sociali. E’ importante fare attenzione anche a non confondere la depressione con la tristezza che fa parte della nostra vita. A caratterizzare il disturbo sono l’intensità e la durata dei fenomeni e il loro impatto sulla vita quotidiana. Stiamo parlando di depressione maggiore, mentre per quanto riguarda il disturbo bipolare la situazione e’ diversa. Senza dimenticare che esiste anche una forma di depressione psicotica, in cui tra l’altro il rischio di suicidio è particolarmente elevato, e che e’ ancora poco studiata perché e’ difficile coinvolgere i pazienti nelle ricerche, e quindi avere un campione sufficientemente ampio. In questa forma, ai sintomi della depressione, si associano sintomi psicotici, che però non comportano la perdita di lucidità caratteristica di pazienti schizofrenici. Sono piuttosto una sorta di amplificazione dei sintomi depressivi, legati per esempio alla paura di ammalarsi e di morire, che diventano vere e proprie ossessioni. La depressione maggiore può manifestarsi fin dall’infanzia, in percentuali diverse anche prima della pubertà, ma tra i giovanissimi la prevalenza del disturbo è analoga per maschi e femmine, mentre si differenzia con la pubertà. Successivamente, infatti, le donne sono in maggioranza e questo continua fino alla menopausa, il che fa pensare che nella malattia abbiano un ruolo importante anche fattori ormonali. Per quanto riguarda il suicidio, i dati mostrano nei pazienti depressi una frequenza di 6 volte superiore rispetto alla popolazione generale, un fenomeno che riguarda soprattutto i maschi, che sono la stragrande maggioranza di chi si toglie la vita. Per questo motivo quando si segue un paziente depresso servirebbe una valutazione del rischio, che tenga conto anche dell’eventuale uso di sostanze o dell’abuso di alcolici che produce disinibizione e quindi rende più probabile il tentativo di suicidio, oltre a creare difficoltà interpersonali che possono portare a perdita del lavoro o crisi nelle relazioni, che a loro volta possono spingere al suicidio.

Il 60% dei suicidi è collegato in qualche misura alla depressione e tra questi i maschi sono 2 o 3 volte più numerosi delle donne, tra le quali sono invece più frequenti i tentativi di suicidio. Ancora non sappiamo se la depressione maschile sia diversa da quella femminile anche dal punto di vista biologico. Tra i maschi l’adesione alle terapie è minore, in parte perché e’ così per tutte le patologie e in parte forse perché questi farmaci interferiscono con il desiderio sessuale. Sembra che gli ormoni maschili, come il testosterone, possono avere un effetto protettivo nei confronti dell’infiammazione legata a stress psicosociale, che studi recenti mettono in relazione con la depressione.

Le diverse reazioni di dei due sessi rispetto allo stress potrebbero avere un ruolo nella depressione. Sembra che nei maschi le ghiandole surrenali, che producono il cortisolo, siano meno sensibili a un evento stressante, a parità di risposta cerebrale, e quindi producano meno cortisolo, come se le donne avessero un’aumentata sensibilità allo stress.

Un approccio diverso e’ quello che arriva dalla psicoanalisi, per cui problema centrale della depressione e’ l’incapacità di tollerare il lutto inteso in senso lato, di fare i conti con il limite. Si tratta di esperienze che nel bambino suscitano timore e che richiedono, perché si riesca a tollerarle e dare loro un senso, un lavoro che avvia il funzionamento dell’apparato psichico e aiuta a costruire la fiducia in se stessi, la consapevolezza di poter affrontare le delusioni. Quando le persone non hanno gli strumenti per farlo, restano con un territorio interiormente fragile, esposto non necessariamente alla depressione a livello clinico ma alla malinconia o a un irritabilità che può esplodere in violenza. Accanto all’incapacità di elaborare le frustrazioni, tra le cause della depressione c’e’ anche la sensazione di non riuscire ad adeguarsi alle aspettative altrui, o meglio, a quelle che si pensa essere le aspettative altrui. Chi è troppo compiacente cancella parti di Se’ che sente non accettate, e può finire con l’ esplodere. Un problema che può avere radici nella storia familiare, in un genitore depresso che non fornisce strumenti per affrontare l’esistenza.

Aggiungiamo a tutto cio’ anche il fatto che oggi viviamo in un sistema che ci impone di essere prestazionali, di superare velocemente qualunque esperienza senza soffermarci ad elaborarla, generando uno scollamento dalle emozioni. Oggi le linee guida sottolineano il ruolo cruciale della psicoterapia per molte forme depressive. Il conflitto tra psicofarmaci e psicoterapia e’ in parte superato, oggi sappiamo che i risultati migliori si ottengono con la psicoterapia, e a volte con l’ intervento psicosociale.

Superare la depressione significa imparare a lavorare sul lutto, la frustrazione, i conflitti. E l’elaborazione del lutto e’ la base di tutte le nostre costruzioni culturali e artistiche e anche la depressione, per quanto drammatica, può essere arricchente. E’ dolorosa, ma puo’ aiutare a capire meglio noi stessi e gli altri. In questo senso, possiamo considerarla un’opportunità.

Liberamente tratto da Paola Emilia Cicerone

Depressione / Bambini, adolescenti e genitori / Adulti e giovani adulti / Disturbi specifici dell'apprendimento /
Amore e terapia di coppia / Fobia scolare / Ansia, fobie, attacchi di panico

​Studio ​Psicologa Milano Maciachini / ​​Studio Psicologo Milano ​​Zara /​ ​​Studio Psicologo Milano Garibaldi /​ ​​Studio Psicologo Milano Isola /​ ​​Studio Psicologo Milano Niguarda /​ ​​ Studio Psicologo Milano Buenos Aires / ​
​​Studio Psicologo Milano Stazione Centrale /​ ​​Studio Psicologo Milano Piazza Repubblica /​ ​​Studio Psicologo Milano Porta Venezia /​ ​​Studio Psicologo Milano Loreto /​ ​​Studio Psicologo Milano Lima


© Copyright 2022 ROSSELLA FUMIA, Psicologa Milano / P.IVA 08329390960 / Privacy / Sito Web: Studio 24
Privacy Policy