• Aprile

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    2020
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I significati del tatuaggio

I significati del tatuaggio

Capita spesso di incontrare persone che presentano un tatuaggio o anche diversi tatuaggi in varie parti della pelle. Sono i cultori del tatuaggio,un gruppo eterogeneo di persone che comprende giovani, adulti, uomini e donne che svolgono professioni differenti ed appartengono a diversi contesti sociali.

Questo fenomeno ha diversi significati psicologici.

Dalla preistoria l’uomo ha avuto la tendenza a lasciare dei segni, delle tracce sull’ambiente circostante e a decorare i luoghi a lui familiari per renderli piu’ intimi e personali.

Secondo Levi Strauss, la prima superficie che l’uomo ha sentito l’impulso di abbellire sarebbe stato il corpo, come involucro della propria persona e mediatore con il mondo esterno. Sono stati rinvenuti in varie parti del mondo corpi mummificati con evidenti segni di tatuaggi. La pratica del tatuaggio e’ un’arte antica.

Il termine tatuaggio ha origine polinesiana, nello specifico tahitiana, e deriva dal vocabolo ‘tatau’ che significa ‘marcare con segni’, ‘scrivere sul corpo’. Inizialmente il termine tatuaggio indicava sia il tatuaggio in senso piu’ ristretto ossia la deposizione sottocutanea di pigmenti secondo un disegno indelebile, sia la pratica della scarificazione e delle cicatrici ornamentali ottenute mediante la guarigione di profonde ferite tramite cicatrizzazione. Il vocabolo ‘tatau’ trasformato in lingua inglese in ‘tattow’ e successivamente in ‘tattoo’, si e’ poi diffuso in Europa. Attualmente con il termine tatuaggio si indicano tutti quegli ornamenti e disegni impressi indelebilmente sulla pelle.

La pratica del tatuaggio e’ diffusa presso tutti i popoli. La zona ritenuta piu’ ricca di tatuaggi sia per quanto riguarda la quantita’ che la complessita’ dei disegni e’ l’Oceania.

In Europa il tatuaggio era diffuso gia’ in epoca preistorica e la sua funzione sembra che fosse principalmente terapeutica e curativa. Fu utilizzato anche dai Greci e dai Romani per indicare l’appartenenza ad una classe svantaggiata o ad alcune categorie sociali: schiavi, prigionieri, disertori e stranieri. Significativo e’ stato il rapporto tra la religione cristiana e il tatuaggio, inizialmente esso rappresentava per i primi fedeli perseguitati un simbolo religioso e l’espressione di una fede osteggiata. Nel 787 d. C. Papa Adriano lo ha proibito ed il divieto e’ rimasto a lungo, e’ cosi’ scomparso dall’Europa per molto tempo ed e’ tornato in uso tra il XV e il XVIII secolo, dopo l’avvio delle grandi esplorazioni geografiche di territori incontaminati, paradisi terrestri come l’arcipelago polinesiano, che hanno portato ad un acceso interesse e a molta curiosita’ in particolare presso la borghesia del tempo che e’ tornata cosi’ al tatuaggio e ha riconosciuto ai tatuatori il ruolo di artisti.

Il desiderio di un ritorno alle origini, l’incontro con culture incontaminate e primitive ha generato la rivalutazione di un determinato stile di via.

Questa visione e’ cambiata nel ‘900 quando il tatuaggio non e’ stato piu’ considerato espressione di liberta’ e di arte, ma di antisocialita’ e arretratezza a causa della sua diffusione all’interno di ceti bassi, si era infatti diffuso tra marinai, soldati, malavitosi e carcerati. E’ stato quindi associato all’appartenenza alla criminalita’.

Il ritorno del tatuaggio piu’ recentemente e’ associato a significati di ribellione e trasgressione. Negli anni ’60 chi sceglieva di tatuarsi apparteneva al ceto medio alto ed era spinto dal desiderio di porsi in alternativa alla mentalita’ comune. Negli anni ’70 e ’80 il tatuaggio diventa simbolo di contrapposizione e allo stesso tempo segno di riconoscimento e di appartenenza. Negli anni ’90 il desiderio del tatuaggio non sembra portare con se’ ribellione e rabbia, ma appare principalmente una scelta di stile di vita personale.

Le principali funzioni del tatuaggio sono quella di esorcizzare, guarire, comunicare, abbellire e appartenere.

Il tatuaggio e’ principalmente uno strumento per esorcizzare e superare la paura della morte mediante un rituale che, anche attraverso il dolore fisico, simula il passaggio dalla vita alla morte. La scomparsa della funzione esorcizzante nella nostra societa’ si lega all’atteggiamento di negazione e rimozione cosi’ diffuso nei confronti del dolore e della morte. Un residuo di questa funzione si puo’ rintracciare in alcuni gruppi che attribuiscono al tatuaggio un potere esorcizzante rispetto a problemi di tipo fobico. Il tatuaggio in questo modo diventa un amuleto che assume un significato di protezione. Alla base c’e’ il pensiero magico, quando si pensa all’evento lo si sottrae al caso e si acquista potere su di esso. Con il tatuaggio si diventerebbe padroni delle proprie paure.

Il tatuaggio viene praticato anche perche’ si pensa che come avviene nell’agopuntura l’incanalamento dell’energia svolga un’azione curativa. Questa e’ la funzione psicoterapeutica. I tatuatori riconoscono l’esistenza di una stretta relazione tra il corpo e la mente in base alla quale ad un intervento sul corpo corrisponde un mutamento nella mente. Questo concetto e’ presente nella bioenergetica di Lowen che ritiene che la rigidita’ caratteriale sia correlata ad una rigidita’ delle manifestazioni corporee e posturali dovuta a tensioni muscolari croniche, per questo motivo agendo sul corpo e soprattutto sulle posture scorrette e sulle contrazioni muscolari croniche si potrebbe contribuire alla risoluzione dei conflitti psichici. Pertanto per i tatuatori una modificazione esteriore come il tatuaggio puo’ consentire un cambiamento interiore, attraverso una migliore espressione di se stessi.

Il tatuaggio puo’ avere anche una funzione comunicativa, quando un individuo, attraverso il tatuaggio, racconta qualcosa di se’, di cio’ che ha fatto e scelto o racconta i propri sentimenti.

La funzione comunicativa si puo’ articolare a due livelli, uno di tipo biografico mediante cui il tatuaggio da’ informazioni sulla persona, l’altro di tipo affettivo che rimanda a esperienze del suo mondo interno, alla dimensione degli affetti e dei vissuti piu’ personali. Nel passato il tatuaggio con funzione biografica costituiva una sorta di carta di identita’ indicando il nome, l’eta’, l’appartenenza ad una tribu’, lo status sociale di una persona.

Attualmente sembra prevalere l’aspetto affettivo: il tatuaggio e’ espressione di legami che vogliono essere duraturi ed indelebili come il tatuaggio. Nel momento in cui il legame affettivo viene espresso da un disegno scolpito nel proprio corpo si ha un’incorporazione, non solo simbolica, del proprio oggetto di affetto o di desiderio. La funzione comunicativa permette di porre l’individuo in comunicazione con se stesso e con gli altri. Questi due aspetti si sono a volte integrati, a volte invece vi e’ stato un prevalere dell’uno sull’altro ad esempio quando il tatuaggio parla principalmente al proprio se’, mentre l’aspetto sociale e’ secondario.

Un’altra funzione del tatuaggio e’ quella ornamentale e decorativa ed il suo scopo e’ quello di abbellire il corpo, spesso viene paragonato ai gioielli. L’autocompiacimento per il proprio tatuaggio si manifesta nel guardarsi allo specchio e ammirarlo sulla propria pelle.

In passato la funzione estetica era quasi esclusivamente femminile, attualmente e’ quella piu’ diffusa, indipendentemente dal sesso e dall’eta’. Il tatuaggio scelto principalmente per abbellire diventa un bene di consumo che puo’ essere utilizzato per piacersi e per essere mostrato in modo tale da piacere e stimolare relazioni e processi di integrazione.

La funzione sociale del tatuaggio segnala il gruppo dei pari o il movimento giovanile di appartenenza. In particolare e’ nella fascia d’eta’ piu’ giovane che sembrano agire l’imitazione, la coesione e il bisogno di segnare visibilmente la propria appartenenza.

Accanto al bisogno di condivisione c’e’ anche quello di individualita’, ha luogo un fenomeno di uguaglianza e differenziazione. Si puo’ scegliere lo stesso tipo di tatuaggio, ma si scelgono parti diverse del corpo oppure soggetti uguali ma forme e colori diversi. A volte il riferimento e’ al mondo musicale e i tatuaggi raffigurano i propri idoli. In questo caso e’ in primo piano il tema dell’identita’ strettamente legato all’adolescenza. A volte il tatuaggio diventa il mezzo con cui l’adolescente si oppone alla famiglia in quanto i genitori tendono a considerare il tatuaggio negativamente. L’adolescente che si oppone all’adulto vive il tatuaggio come un momento concreto per affermare la propria autonomia, un modo per autodefinirsi.

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