Lo stalker e il suo legame con la vittima
Alcuni studi sullo stalking hanno messo in evidenza dei risultati interessanti sulle caratteristiche delle vittime di stalking e sull’importanza della relazione che si stabilisce tra lo stalker e la vittima, spesso solo nella mente dello stalker.
Da tali studi e’ emerso che le persone maggiormente a rischio di stalking sono principalmente gli appartenenti alle cosiddette “professioni d’aiuto”, quindi i medici, gli psicologi, gli infermieri e in generale le persone che per indole hanno un atteggiamento di cura, attenzione e aiuto verso gli altri. Ciò e’ dovuto al fatto che questi professionisti e questa tipologia di persone sono in grado di entrare in contatto con i bisogni piu’ profondi dell’altro e per questo motivo possono facilmente divenire ricettacolo di proiezioni di affetti e relazioni interiorizzate. Un’altra dinamica che si puo’ stabilire e’ l’esito delle eccessive speranze di alcuni pazienti che disilluse possono indurre al comportamento di stalking come richiesta di attenzione o come ricerca di vendetta per l’attribuzione di responsabilità sulla propria salute o sulla propria vita o su quelle dei propri cari.
Quale comportamento puo’ adottare la vittima?
Non tutte le situazioni di stalking sono uguali, per questo motivo non è possibile adottare una modalita’ comportamentale di difesa che sia adatta a tutte le situazioni e a tutti i tipi di stalker, al contrario questa va adattata alle diverse circostanze.
In generale e’ importante non negare il problema, non riconoscendosi in pericolo e sottovalutando il rischio. Al contrario e’ necessario riconoscere il problema e adottare delle precauzioni maggiori rispetto a quelle adottate dalle persone che non hanno questo problema. Occorre informarsi sull’argomento e comprendere i rischi reali, seguendo dei comportamenti finalizzati a scoraggiare lo stalker ed i suoi comportamenti persecutori.
Se il comportamento persecutore consiste nella richiesta di iniziare o ristabilire una relazione indesiderata, è necessario essere fermi nel rispondere negativamente una sola volta e in modo chiaro.
Le interpretazioni psicologiche che descrivono lo stalker come bisognoso di aiuto e di cure, molto probabilmente, saranno lette e sentite dallo stesso come attenzioni. Cosi’ anche la restituzione di un regalo non gradito, una telefonata di rabbia o una risposta negativa ad una lettera o ad un invito con molta probabilita’ saranno interpretati e sentiti come segnali di attenzione che rinforzano il suo comportamento.
Quando le molestie sono principalmente telefoniche, e’ preferibile non cambiare numero di telefono in quanto la frustrazione sperimentata dallo stalker potrebbe aumentare la motivazione allo stalking. Piuttosto sarebbe meglio avere un secondo numero di telefono, lasciando che il vecchio numero sia quello su cui lo stalker può continuare a telefonare, cercando si rispondere gradualmente sempre meno.
Le conseguenze dello stalking
I comportamenti di stalking possono essere protratti a lungo con conseguenze psicologiche negative principalmente per la vittima, ma anche per chi lo agisce e, talvolta, per chi lo osserva.
Anche nei casi in cui il periodo in cui la vittima di stalking viene perseguitata e’ breve, la vittima rischia di conservare a lungo delle vere e proprie ferite. Le conseguenze dello stalking infatti, per chi lo subisce, sono spesso diverse e si trascinano per molto tempo cronicizzandosi. In base al tipo di atti subiti e alle emozioni sperimentate possono determinarsi stati d’ansia e problemi di insonnia o incubi, ma anche un quadro sintomatologico proprio del Disturbo Post Traumatico da Stress.
Anche lo stalker, che tende a negare la realtà, danneggia progressivamente la propria salute mentale e la qualità della propria vita sociale che si deteriorano sempre di più, via via che la persecuzione si protrae nel tempo.
Il pubblico degli episodi di stalking e’ in linea di massima la famiglia della vittima che può sviluppare preoccupazioni, ansie e paure per la persona cara.
