• Agosto

    9

    2018
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Le crisi esistenziali acuiscono la sensibilità per la bellezza

Le crisi esistenziali acuiscono la sensibilità per la bellezza

Le crisi esistenziali acuiscono la sensibilità per la bellezza. Così arte e natura ci aiutano nei momenti di crisi. Alcuni sono in procinto di iniziare le vacanze estive altri le stanno già vivendo … questo articolo può essere d’aiuto e offrire alcuni suggerimenti utili rispetto al modo in cui trascorrere le vacanze estive scoprendo il valore terapeutico della natura e dell’arte a chi si trova in un momento di crisi nella sua vita.

La natura, infatti, nei momenti di crisi si rivela essere un’autentica fonte di energie. Non si tratta tanto o non solo dell’effetto benefico del verde sulla salute fisica quanto soprattutto dell’azione terapeutica che svolge sull’umore.

Nei momenti di crisi molti sviluppano una nuova sensibilità per la bellezza e per le risonanze emotive suscitate dal paesaggio, la differente luce che accompagna i vari momenti della giornata, dal mattino al tramonto al calare della sera, in campagna, sul lago, al mare, in montagna.

Nella natura possiamo scoprire un ordine, un’armonia ed una bellezza che influiscono in modo terapeutico sugli stati d’animo.

Hermann Hesse scrisse che “per l’abitante della metropoli il refrigerio e l’aria pura del mare o della montagna sono benefici. Si sente più fresco, respira a pieni polmoni, dorme meglio e torna a casa soddisfatto, nella precisa convinzione di aver assaporato e assorbito in sé la natura. Non sa di averne colto solo gli aspetti più superficiali e meno essenziali”.

Per Hesse è quando si riesce a cogliere il “carattere” di un paesaggio che se ne trae il potenziale terapeutico sugli stati d’animo, “la natura … alla gente di città, impreparata, richiede un’infinita dedizione prima di disvelarsi”.

I momenti di crisi ci ispirano questa dedizione e sensibilità verso la natura ed il suo “carattere” per utilizzare le parole di Hesse.

Questo effetto terapeutico non l’ottiene soltanto lo sguardo sensibilizzato alla natura ma anche lo sguardo contemplativo dei paesaggi raffigurati, incorniciati ed esposti nei musei e nelle mostre. L’arte, infatti, non serve solo a nutrire e soddisfare un bisogno culturale, ma può gratificare anche il desiderio di raggiungere una condizione di armonia nel nostro mondo interiore.

Il neurologo Kandel ha spiegato i meccanismi cerebrali attivati dalla percezione visiva quando osserviamo un’opera d’arte paragonandoli alla visione di un’immagine amata come quella di una persona cara che attiva la corteccia orbitofrontale che risponde alla bellezza ed i neuroni dopaminergici che si attivano nell’aspettativa di una gratificazione.

L’arte consente di esplorare in fantasia molteplici esperienze e differenti emozioni.

L’arte dona le più profonde e commoventi esperienze accessibili ad un essere umano.

Nel paesaggio artistico si può riconoscere qualcosa che riscalda il cuore, che risveglia il ricordo di un luogo familiare.

Accostarci all’arte ci riporta ai temi centrali della vita in quanto l’arte rispecchia le nostre esperienze biografiche e psicologiche più importanti.

Ognuno vede in un quadro qualcosa di diverso in quanto percepiamo le opere d’arte a partire dalle nostre esperienze. Ognuno si accosta ad un’opera d’arte con il proprio bagaglio di esperienze e le proprie modalità di reazione al mondo esterno.

Lo stesso quadro può infondere tristezza ad una persona, serenità o perfino gioia ad un altro. Un dipinto contiene in sé tutti i possibili stati d’animo ma di primo acchito ad ognuno di noi trasmette solo gli stati d’animo che conosciamo meglio. Lo guardiamo nel modo in cui abbiamo appreso a guardare il mondo da tempo.

In questo modo esperienze che ci sarebbero estranee possono affiorare con un effetto terapeutico, nell’opera d’arte troviamo ciò che ci mancava in quanto in essa sono racchiuse tutte le esperienze emotive possibili.

L’arte mette in movimento la dimensione affettiva ed emotiva, quindi non solo le emozioni positive ma anche quelle angoscianti.

Le crisi esistenziali ci sensibilizzano alla bellezza e spesso possono aiutarci ad esprimere il nostro potenziale creativo, nei periodi critici frequentemente si diventa artisti, poeti, scrittori…

L’arte è una forma di espressione che consente un acting out controllato, potremmo dire al servizio dell’Io, del disagio emotivo. In questo modo il disagio viene trasformato in qualcosa di concreto, l’opera d’arte.

Come le crisi esistenziali ci aiutano ad esprimere e a liberare il nostro potenziale creativo così l’espressione della nostra creatività ci aiuta a superare le crisi esistenziali.

Nello stato d’animo prodotto da una crisi esistenziale si avverte il senso di precarietà o della separazione da ciò che amiamo e che per noi è prezioso. Per questo motivo nei momenti di crisi si risveglia la sensibilità per la bellezza, accompagnata da un sentimento nostalgico in quanto si vorrebbe trattenere quanto di bello si scopre ma si è consapevoli che è destinato a svanire.

Il dolore porta con sé anche conoscenza e profondità di sentimento, non alimenta solo le emozioni dolorose legate alla separazione, alla conclusione di qualcosa ed al lutto, ma le emozioni in generale. Per questo motivo nella crisi esistenziale, nonostante la nostra impotenza, possiamo godere di emozioni nuove ed inattese.

Le crisi esistenziali quando ci colpiscono portano con sé, insieme al dolore, quasi sempre anche una nuova gioia.

A chi attraversa un periodo difficile della propria vita o una crisi esistenziale suggerisco di approfittare del periodo estivo per accostarsi al mondo dell’arte affinando uno sguardo contemplativo che ne colga la bellezza e di avvicinarsi alla natura affinando uno sguardo sensibile in grado di assaporare e di vivere il suo “carattere”, il carattere della natura, di un paesaggio. Questo può aiutare a ritrovare una nuova linfa vitale nelle emozioni suscitate dalla natura e dalle opere d’arte.

Buona estate a tutti!!!

 

 

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