L’importanza della condivisione di un progetto per la coppia
Parlare di collaborazione rispetto alle convivenze e ai matrimoni puo’ sembrare strano dal momento che in questi casi l’impegno si fonda sui sentimenti. L’amore non e’ omogeneo ne’ invariabile, presenta diverse componenti, emotive, sentimentali, mentali, che sono strettamente intrecciate ma eterogenee. Ad esempio il desiderio fisico esprime aspettative diverse dalla tenerezza della coppia consolidata.
All’interno di questa varieta’ certe sequenze relazionali prendono la forma di vere e proprie cooperazioni che possono riguardare vari tipi di progetti, dalle riparazioni domestiche all’organizzazione di un viaggio.
Un tipo di progetto differente da tutti gli altri coinvolge la coppia fino a subordinarla e qualche volta a dissolverla, e’ il progetto di un figlio e la formazione della coppia genitoriale. Dopo la prima fase di una relazione sentimentale quando ogni giorno e’ una scoperta reciproca puo’ subentrare un senso di routine, l’entusiasmo puo’ spegnersi. Molte coppie e’ proprio in questa fase che sentono il bisogno di condividere un progetto comune come quello di avere un figlio.
Il desiderio di maternita’ e paternita’ conduce la coppia verso un progetto comune. Gia’ prima della nascita del bambino ci si trasforma definitivamente in coppia genitoriale. Da allora in poi difronte ad ogni scelta che si presenti relativa all’organizzazione materiale o all’educazione, di fronte a ogni difficolta’ da risolvere la coppia si attiva e si confronta.
La coppia genitoriale ha una tale potenza da relegare nell’ombra la coppia coniugale.
Quello verso i figli e’ un amore incondizionato e la collaborazione focalizzata su un obiettivo e progetto comune ha una forza trascinante. E’ raro che nella coppia i compiti siano intercambiabili, l’organizzazione domestica e le responsabilita’ educative solitamente toccano soprattutto alle madri mentre i padri si occupano principalmente degli aspetti ludici e relazionali.
La coppia genitoriale dovra’ sopravvivere e riuscire a mantenere lo stesso spirito di collaborazione quali che siano le vicissitudini coniugali, e’ formata per tutta la vita. Purtroppo quando la coppia coniugale entra in crisi, spesso il conflitto contamina la funzione genitoriale e puo’ succedere che i figli siano strumentalizzati per regolare i conti tra i partner. Non sempre si instaura un’autentica collaborazione soprattutto nella divisione delle faccende domestiche.
Non e’ sufficiente che, una volta deciso di dividersi il lavoro, il marito si rimbocchi le maniche, si puo’ anche accettare che faccia a modo suo e superare il malessere provocato dalla dissonanza rispetto alle proprie aspettative. L’evoluzione verso la parita’ e’ lenta. Secondo alcuni studi contro 4 ore quotidiane di lavoro domestico delle donne, gli uomini ne effettuano poco piu’ di 2.
Nella coppia contemporanea il sentimento di soddisfazione poggia sempre piu’ su una sorta di contratto affettivo e psicologico che assume una forma collaborativa.
E’ un impegno di reciproco supporto morale, di rinforzo dell’autostima, mediante capacita’ di ascolto e piccoli gesti di attenzione.
Da diversi studi e’ emerso che la carenza di collaborazione tra i partner rispetto ad un progetto condiviso e’ una delle cause della crisi di coppia. I momenti di intimita’ si riducono, i corpi si allontanano, si evita di incontrarsi anche in cucina, ci si parla sempre meno, il rapporto e’ caratterizzato da silenzi e da battute sadiche.
Il colpo di fulmine, la passione e la tenerezza dei primi tempi sono esperienze emotivamente indimenticabili ma la durata della coppia si basa sulla trasformazione dell’emozione in sentimento, sul rispetto reciproco e sulla realizzazione di progetti condivisi.