• Gennaio

    10

    2019
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Quando il passato e’ presente. I ricordi traumatici e l’EMDR.

Quando il passato e’ presente. I ricordi traumatici e l’EMDR.

Quasi tutte le problematiche e le sofferenze attuali hanno radici nel nostro passato. Prima o poi tutti soffriamo. Molto spesso si presentano situazioni che influiscono negativamente su di noi. Ma quando la sofferenza persiste ancora dopo che l’esperienza e’ passata da un pezzo vuol dire che stiamo subendo ancora l’influenza di episodi del passato che non sono stati elaborati.

L’ EMDR (Eye Movement desensitization and reprocessing) e’ un approccio terapeutico integrativo.

Secondo il modello EMDR le esperienze disturbanti possono arrivare a sopraffare il sistema di elaborazione adattiva dell’informazione ed il ricordo della situazione traumatizzante o stressante rimane immagazzinato nel cervello cosi’ come e’ stato vissuto. Nel corso dell’esistenza si continua a provare rabbia, rancore, dolore o altre emozioni riguardo a eventi accaduti anche molti anni prima: il tempo non guarisce tutte le ferite.

L’ EMDR offre allo psicoterapeuta la possibilita’ di aprire una finestra sul cervello, di osservare in azione il sistema innato di elaborazione dell’informazione e il modo in cui questo sistema promuove il processo di desensibilizzazione e di rielaborazione dei ricordi traumatici.

Utilizzando l’ EMDR, la stimolazione alternata dei due emisferi cerebrali stimola e riattiva le capacita’ innate e naturali di elaborazione dell’informazione cosi’ da attenuare la carica emotiva negativa di esperienze che possono essere traumatiche per il soggetto e utilizzare l’esperienza in modo costruttivo.

La salute mentale puo’ essere definita come un equilibrio basato su un quadro di ricordi di esperienze positive, da un lato, e di esperienze negative correttamente rielaborate, dall’altro. Nel caso di sintomi o di psicopatologie o di disagio/sofferenza, invece, svolgono un ruolo chiave i ricordi non elaborati di esperienze traumatiche o stressanti.

L’ EMDR non modifica il passato ma il modo in cui i ricordi rimangono immagazzinati nel cervello.

Nei primi anni di vita le interazioni con gli altri, in particolare con le figure di attaccamento, formano importanti connessioni nel cervello che influenzano il senso interno del Se’, del mondo, dell’altro ed il proprio valore personale. Inoltre la qualita’ delle relazioni con le figure di attaccamento nei primi anni di vita e’ determinante per lo sviluppo della capacita’ di autoregolazione emotiva e per la formazione di schemi cognitivi, comportamentali ed emotivi. Per questo motivo durante il percorso psicoterapeutico e’ fondamentale svolgere anche un lavoro sui ricordi traumatici del passato, ricordi legati agli atteggiamenti, ai comportamenti e ai messaggi dei membri della famiglia d’origine che possono essere stati disfunzionali.

L’ EMDR permette di sfruttare le capacita’ innate di elaborazione e superamento dei ricordi traumatici. Quando queste capacita’ innate non sono sufficienti lo psicoterapeuta puo’ aiutare il paziente a innescare il processo di elaborazione. In questo modo e’ possibile superare i traumi non solo della propria storia individuale ma anche di quella della propria famiglia di origine in modo tale da rendere piu’ libere le generazioni successive.

Ogni esperienza vissuta diventa un elemento chiave del nostro mondo interiore e influenza le nostre reazioni a tutti gli eventi che ci capitano e a tutte le persone che incontriamo. Poiche’ i ricordi sono immagazzinati nel cervello possono saltare fuori all’improvviso, al di fuori del nostro controllo, ed influenzano il nostro modo di interpretare ogni situazione nuova, ad esempio possono farci sentire poco attraenti anche se non e’ vero, possono farci sentire disperati se veniamo lasciati da qualcuno anche se consapevolmente sappiamo che si tratta di una persona immatura ed egoista e che continuare la relazione sarebbe per noi un grosso errore.

Molti dei sentimenti e delle azioni che minano la nostra felicita’ derivano da ricordi inconsci irrisolti in quanto non adeguatamente elaborati, ossia immagazzinati nel cervello in modo da contenere ancora le emozioni, le sensazioni fisiche e le convinzioni cosi’ come sono state sperimentate nel momento in cui l’evento avveniva.

L’ EMDR favorisce l’elaborazione e desensibilizzazione dei ricordi traumatici non elaborati che contengono emozioni, sensazioni e convinzioni negative.

(Tratto da “Lasciare il passato nel passato” di Francine Shapiro)

L’EMD (Eye Movement Desensitization) e’ un valido strumento terapeutico che si basa sul medesimo meccanismo dell’EMDR, ossia sulla stimolazione alternata dei due emisferi cerebrali. La differenza principale dell’ EMD rispetto all’ EMDR riguarda l’ambito di applicazione, ossia viene utilizzato sulle situazioni traumatiche ancora in atto, piuttosto che sugli eventi traumatici del passato e quindi sui ricordi. Un’altra differenza riguarda l’impossibilita’ di una vera e propria elaborazione della situazione traumatica proprio per il fatto in se’ che lo stimolo traumatico e’ ancora presente, non appartiene al passato e la persona e’ quotidianamente esposta ad esso, l’elaborazione completa del trauma sara’ possibile, attraverso l’impiego dell’EMDR, solo dopo che sara’ stato eliminato lo stimolo traumatico. Per questo motivo l’acronimo EMD manca della lettera R (reprocessing) .

L’impiego dell’ EMD e’ particolarmente utile in questo straordinario momento storico in cui stiamo vivendo una situazione a forte connotazione traumatica legata alla diffusione del contagio del covid-19.

Durante una seduta di EMD ha luogo la desensibilizzazione della componente emotiva e delle sensazioni corporee legate all’evento traumatico. E’possibile dare un sollievo alla persona sulla quale viene utilizzato l’EMD grazie ad una decompressione emotiva che puo’ ridurre, anche significativamente, in una sola seduta il livello del disagio percepito. E’ importante informare la persona che il livello del disagio potra’ aumentare nel momento in cui dovra’ esporsi nuovamente all’evento traumatico (per medici, infermieri, operatori sanitari ad esempio nel momento in cui torneranno in ospedale per effettuare il proprio turno) in quanto non e’ ancora possibile una completa elaborazione, ma la persona potra’ essere rassicurata al pensiero che potra’ sistematicamente affrontare altre sedute di EMD per ridurre nuovamente in modo significativo il disagio e affrontare cosi’ il lavoro e la quotidianita’ in una condizione psico-affettivo-emotiva caratterizzata da minore tensione e angoscia.

 

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