I traumi irrisolti e la loro trasmissione ai figli
Spesso i traumi irrisolti, in modo inconscio, si trasmettono da una generazione all’altra.
I traumi irrisolti possono riemergere in modo drammatico anche quando sono nascosti dietro un apparente adattamento alla vita quotidiana.
I traumi irrisolti possono generare uno stato di inquietudine e di ansia che si trasmette al figlio, il quale assorbe le tensioni emotive senza essere consapevole della causa che le ha generate, un disagio o una sofferenza che perdura nel tempo puo’ trasmettersi da una generazione all’altra.
Alcuni bambini figli di deportati presentavano dei sintomi simili a quelli che i loro genitori avevano manifestato nei campi in cui erano stati internati: anoressia, incubi, stati di angoscia…
Anche se sembrava che i genitori apparentemente si fossero ripresi, avevano una famiglia, un lavoro, una vita sociale, il loro trauma inconsciamente era stato trasmesso ai figli.
La prova della trasmissione generazionale delle emozioni e degli stati psichici l’hanno fornita i figli una volta divenuti adulti. Essi infatti hanno spiegato come i loro genitori deportati, nonostante apparissero ben adattati nella vita sociale, in famiglia erano molto diversi a causa di cio’ che avevano subito durante la guerra.
Individui apparentemente bene adattati possono conservare dentro di se’ traumi irrisolti che a volte riemergono in particolari condizioni. Fantasmi che lavorano nell’inconscio delle persone a loro insaputa e che, se non riconosciuti, affrontati ed elaborati, possono avere ripercussioni sulla propria vita e su quella delle persone per loro affettivamente importanti.
Nel caso di incesto molto spesso la censura individuale e familiare accompagna gli episodi incestuosi, infatti spesso anche la madre collude con il marito abusante non intervenendo in difesa dei figli fingendo di non sapere per paura o per non incrinare il rispetto di cui il marito ma anche lei e la famiglia godono nell’ambiente sociale.
Anche a livello collettivo e non solo a livello individuale e familiare puo’ accadere che un evento traumatico venga negato e apparentemente dimenticato, ma prima o poi e’ destinato a riaffiorare.
Un modo per uscire dai traumi irrisolti consiste proprio nel non consentire che restino segreti e in quanto tali continuino a riemergere di tanto in tanto con la loro carica di angoscia e sofferenza. Si tratta di appropriarsi di un’esperienza e per quanto possibile di elaborarla.
La nostra psiche funziona un po’ come il nostro apparato digerente. Gli alimenti per essere assimilati devono essere prima decomposti in modo tale che i loro elementi possano servire alle sintesi del nostro organismo.
Solo cosi’ possono partecipare alla nostra crescita. Cosi’ come non e’ cosciente e volontaria la nostra digestione anche questa operazione non e’ necessariamente cosciente e volontaria, e’ facilitata quando diventa possibile esprimerla a parole o rappresentarla simbolicamente. Comunicare i traumi irrisolti a qualcuno e’ di aiuto, non a chiunque ma ad una persona disposta all’ascolto e con competenze specifiche come la psicologa psicoterapeuta.
Nel caso di traumi irrisolti puo’ essere molto utile ricorrere anche all’utilizzo dell’ EMDR (Eye Movement desensitization and reprocessing), un approccio terapeutico integrativo grazie al quale la stimolazione alternata dei due emisferi cerebrali stimola e riattiva le capacita’ innate e naturali di elaborazione dell’informazione cosi’ da attenuare la carica emotiva negativa di esperienze che possono essere traumatiche per il soggetto.
