• Luglio

    20

    2018
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Lo stereotipo di genere maschile.Le false credenze costringono l’uomo ad adeguarsi ad un modello precostituito di maschio

Lo stereotipo di genere maschile.Le false credenze costringono l’uomo ad adeguarsi ad un modello precostituito di maschio

I professionisti in ambito psicologico, psicoterapeutico ed educativo sono quasi esclusivamente di sesso femminile. Inoltre molti uomini svalutano tali professioni il cui focus è posto sulla dimensione emotiva in quanto la considerano una dimensione esclusivamente femminile.

Per molti uomini condividere la dimensione emotiva che riguarda una sfera più intima e privata con altri uomini significa tradire il modello di maschio, il genere maschile.

Sono pochi gli uomini che condividono tra loro i vissuti legati alla vita intima e privata.

Per gli uomini è altrettanto faticoso condividere la dimensione legata all’intimità anche nel rapporto con i figli. Quasi tutte le bambine vengono preparate al loro menarca dalle mamme che hanno modificato lo schema educativo in cui si erano trovate coinvolte nel ruolo di figlie. Gli uomini nel ruolo di padri sono in difficoltà nell’affrontare con i figli queste tematiche legate ad una dimensione più intima e riproducono uno schema culturale- educativo che appartiene alle generazioni di uomini dalle quali provengono.

La nozione di genere maschile in questo modo diventa uno stereotipo che limita la libertà in quanto ci si sente costretti ad aderire ad opinioni, convinzioni e schemi comportamentali precostituiti.

Ci sono alcune false credenze associate allo stereotipo di genere maschile che costringono gli uomini ad adeguarsi ad alcuni modelli che soprattutto in età evolutiva possono ostacolare la piena realizzazione di sé, come e’ evidente anche nel gioco dove a volte i bambini non sono lasciati pienamente liberi di scegliere. Queste false credenze sono associate all’imperativo “sii un vero uomo” che impediscono soprattutto in età evolutiva lo sviluppo di un Sé autentico, frutto della ricerca delle parti del proprio Sé più genuine piuttosto che ispirarsi ad un modello precostituito, ad uno stereotipo.

Una falsa credenza si basa sull’assunto che i veri uomini non piangono mai in quanto un modello di virilità condiviso richiede agli uomini di non mostrare la propria sofferenza.

Spesso ai bambini maschi quando provano tristezza viene detto di essere forti o di non piangere come femminucce. Questo fa sì che i bambini maschi precocemente si trovino da soli e confusi di fronte alle proprie emozioni di disagio. I bambini andrebbero aiutati invece ad esprimere la tristezza, a chiedere aiuto e supporto quando sperimentano tristezza. Nei momenti della vita emotivamente saturi i bambini maschi dovrebbero essere aiutati a parlare di ciò che provano e ad esprimere ciò che sentono.

Gli uomini si sono spesso sentiti costretti a rimanere soli nelle situazioni di difficoltà ed emotivamente sature in quanto considerano inopportuno verbalizzare la propria fatica o la propria difficoltà nell’affrontare situazioni complesse. Per questo motivo gli uomini tendono a fare tutto da soli, mentre nessuno dovrebbe cavarsela da solo e nei momenti difficili della vita è non solo necessario ma anche sano chiedere aiuto alle persone di cui ci si fida o ad un professionista.

Molti adolescenti sono convinti che ciò che conta realmente non è il sentimento ma la possibilità di avere molti partner con cui vivere esperienze di natura puramente sessuale. Questa convinzione viene alimentata anche dalla pornografia che mostra una relazione tra l’uomo e la donna basata su una logica esclusivamente pulsionale, sul raggiungimento del piacere e sul desiderio di divertirsi, indipendentemente dall’esistenza di un legame affettivo.

Accostarsi all’amore e al sesso sulla base di questa falsa credenza può compromettere la capacità dei preadolescenti e degli adolescenti di vivere esperienze sentimentali in cui la dimensione erotica e quella affettiva, il bisogno di una intimità tenera  possano intrecciarsi.

Spesso l’identità di genere è associata alla forza e al potere. Ciò può portare a prepotenza e affermazione violenta sugli altri. Si pensi al bullismo con cui spesso i maschi soprattutto in età evolutiva cercano di adeguarsi ad un modello di successo e di raggiungere il potere e il controllo sul gruppo di appartenenza.

Sarebbe auspicabile aiutare i bambini e gli adolescenti ad abbandonare dalla legge del più forte e a crescere con l’obiettivo di raggiungere un successo che sia frutto delle loro competenze piuttosto che della loro potenza.

Sarebbe auspicabile educare i maschi al rispetto e alla valorizzazione della differenza di genere, questo è un compito fondamentale in particolare della famiglia e della scuola. L’esito di ciò sarebbe una trasformazione positiva delle relazioni tra maschi, delle relazioni tra padre e figli, delle relazioni tra uomo e donna in base ad un concetto di genere maschile nuovo e più sano.

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