• Maggio

    11

    2019
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Separazione e affidamento dei figli

Separazione e affidamento dei figli

La consulenza tecnica di ufficio (CTU) nei casi di separazione e affidamento dei figli viene disposta dal giudice di un Tribunale nel caso in cui la conflittualita’ tra i genitori per l’affidamento dei figli puo’ comportare un grave pregiudizio nei confronti dei minori.

Il giudice puo’ avvalersi dell’aiuto di un consulente tecnico di ufficio per le sue valutazioni.

Il CTU e’ un esperto in psicologia giuridica o in neuropsichiatria infantile che effettua le valutazioni tecniche.

Le domande piu’ comuni poste dal giudice al consulente nelle controversie legali relative all’ affidamento dei figli riguardano:

  • le competenze genitoriali, ossia i genitori sono in grado di prendersi cura adeguatamente del figlio?
  •  la migliore tipologia di affidamento per il minore, se l’ affidamento condiviso (i genitori prenderanno sempre insieme le decisioni relative al figlio), l’ affidamento esclusivo (le decisioni spetteranno ad un solo genitore ritenuto piu’ idoneo dell’altro) o l’ affidamento ai Servizi Sociali (nel caso in cui entrambi i genitori fossero ritenuti non idonei)
  • il migliore collocamento per il minore, se la casa della mamma, del papa’, di entrambi in egual misura, dei nonni o una comunita’ minori.

La consulenza tecnica di ufficio consiste in una serie di accertamenti che il consulente tecnico e’ tenuto ad effettuare in un tempo limitato e stabilito dal giudice e che non ha come obiettivo la risoluzione del problema familiare.

Il consulente tecnico di ufficio e’ super partes, il suo ruolo e’ caratterizzato da obiettivita’ e neutralita’ in quanto non puo’ schierarsi ne’ con l’uno ne’ con l’altro genitore ma deve avere come unico obiettivo il benessere del minore.

Nel primo incontro di consulenza il consulente tecnico di ufficio di solito incontra la coppia genitoriale. 

I genitori possono incaricare ognuno un consulente tecnico di parte (CTP), un altro esperto che ha il compito di assistere a tutti gli incontri di consulenza e di aggiungere eventuali note al consulente tecnico di ufficio per riuscire a trovare la soluzione migliore per il minore. La presenza dei consulenti tecnici di parte tende a garantire il principio del contraddittorio ossia anche le parti, attraverso i propri consulenti, possono esprimere valutazioni sull’operato del consulente di ufficio.

Quindi all’interno di una consulenza tecnica puo’ essere incaricato un consulente tecnico di ufficio (dal giudice) e due consulenti tecnici di parte (uno per ciascun genitore).

Generalmente il consulente tecnico di ufficio al primo incontro di consulenza con i genitori stila insieme con le parti e con i consulenti tecnici di parte un calendario degli incontri successivi con i genitori in coppia e individualmente, con il minore, con i genitori e il figlio insieme, con nuovi partner dei genitori, se necessario.

Attraverso gli incontri con i genitori si cerca di comprendere le motivazioni della coppia genitoriale all’azione legale, le loro risorse, i loro limiti, le emozioni e le dinamiche intrapsichiche individuali dei genitori sottese ai loro conflitti che impediscono la comunicazione tra loro.

Il consulente tecnico di ufficio svolge un ruolo complesso nel tentativo di dialogare con i genitori che spesso trovano qualsiasi appiglio per rivolgersi accuse e offese finalizzate a rovinare la reputazione l’uno dell’altro.

La comunicazione tra i genitori in conflitto e’ spesso molto complicata ed il consulente tecnico di ufficio deve essere molto attento evitando di colludere e di essere coinvolto emotivamente nei conflitti della coppia. Ognuno dei genitori cerca di apparire migliore dell’altro attribuendo tutte le responsabilita’ all’altro genitore.

Il consulente tecnico di ufficio oltre a raccogliere i dati anamnestici dei due genitori approfondisce aspetti quali le risorse ed i limiti di entrambi, le loro capacita’ di problem solving, la possibilita’ di lavorare sul miglioramento delle capacita’ comunicative, sull’elaborazione della separazione e sul contenimento della rabbia.

Gli incontri con i genitori dovrebbero essere utilizzati dal consulente tecnico di ufficio anche per cercare di produrre cambiamenti iniziando a spostare l’attenzione dei genitori dagli interessi di coppia a quelli dei figli.

Una volta verificata la motivazione dei genitori il consulente tecnico di ufficio puo’ proporre loro di iniziare subito un percorso di supporto alla genitorialita’ esterno alla consulenza perche’ lavorino sulle dinamiche di coppia e sulla relazione con i figli.

Gli incontri piu’ delicati sono quelli con il minore. E’ necessario comprendere se stia vivendo uno stato di disagio e/o di sofferenza legato alla conflittualita’ tra i suoi genitori e alla vicenda giudiziaria che coinvolge gli stessi. dall’osservazione clinica durante gli incontri con il figlio e’ possibile anche acquisire elementi utili per comprendere il suo stato di salute psicofisica e per raccogliere i suoi timori, le sue preoccupazioni, i suoi bisogni e desideri.

Spesso capita che il minore non veda da tanto tempo il papa’ e verbalizzi di non volerlo incontrare in occasione degli incontri di consulenza tecnica o esprima il desiderio di vivere da un genitore piuttosto che dall’altro. Pertanto e’ importante anche che il consulente tecnico di ufficio verifichi eventuali strumentalizzazioni nei confronti del figlio da parte di uno dei genitori o di entrambi come accade nel caso di Alienazione Parentale, discernendo tra un desiderio autentico del minore e quanto da lui verbalizzato che e’ il riflesso di un pensiero in lui ‘riposto’ dal genitore.

Spesso i figli si sentono in dovere di dover prendere le parti di un genitore o dell’altro sperimentando sensi di colpa, vissuti di angoscia e di conseguenza un distacco emotivo difensivo. Il minore si considera responsabile di quel che sta accadendo e cio’ ha conseguenze sulla dimensione affettiva ed emotiva e molto spesso la separazione e’ attesa come un enorme sollievo da una situazione emotivamente ed affettivamente stressante. Il figlio frequentemente esprime sul piano somatico il disagio dell’intero nucleo familiare. Frequenti sono anche i disturbi dell’apprendimento, le difficolta’ relazionali, il calo del rendimento scolastico in quanto in alcuni casi il malessere diventa l’unica via di uscita, anche in termini di vantaggi secondari per richiamare l’attenzione su di se’, in particolare questo messaggio viene veicolato attraverso condotte antisociali e azioni devianti in particolar modo in ambito scolastico. E’ come se il minore stesse comunicando: “qualcuno si occupi di me e della mia sofferenza”.

Tuttavia anche nei casi in cui il minore non mostra segni di disagio e’ necessario esplorare il vissuto del minore considerando la situazione di rischio in cui lo stesso vive piuttosto che interpretare frettolosamente i sentimenti di indifferenza e di distacco emotivo come segnali di buon adattamento. Il minore, infatti, potrebbe assumere comportamenti adultizzati o esprimere sentimenti di intensa ostilita’ nei confronti del genitore considerato responsabile della disgregazione del nucleo familiare. D’altra parte non necessariamente si devono riscontrare problematiche psicologiche nel minore in quanto a volte le sue capacita’ di resilienza e le sue risorse interne ed ambientali (nonni, altri parenti, ambiente scolastico o altre agenzie di accudimento) permettono al minore di affrontare senza eccessivo disagio o sofferenza anche i momenti di maggiore difficolta’.

Gli incontri di consulenza, pertanto, non possono essere improvvisati. E’ necessario piuttosto creare uno spazio emotivo e di comunicazione nel quale il minore possa essere aiutato a superare le proprie modalita’ difensive e ad entrare in contatto con i propri pensieri e sentimenti. Ad esempio nel caso in cui il minore si rifiuti di incontrare il papa’ cio’ potrebbe essere legato alle strumentalizzazioni da parte dell’altro genitore o piuttosto a maltrattamenti o violenze subite dal papa’, pertanto il consulente tecnico di ufficio deve essere in grado di comprendere le dinamiche ed i motivi sottesi.

Una tecnica molto utilizzata durante l’incontro di genitori e figlio insieme (utile per mettere in luce le dinamiche relazionali tra i membri del nucleo familiare) e’ il disegno congiunto della famiglia. Nel momento iniziale in cui il consulente tecnico di ufficio chiede di disegnare la famiglia, la consegna puo’ sembrare difficile o fuori luogo soprattutto ai genitori i quali si chiedono se abbia senso parlare ancora di ‘famiglia’. L’impiego di tale strumento in realta’ restituisce al consulente tecnico di ufficio un quadro piuttosto esplicativo del modo in cui funzionano e si relazionano tra loro i membri del nucleo familiare.

A differenza di quanto spesso accade, gli avvocati dovrebbero sempre anteporre l’interesse ed il benessere del minore alle strategie dei genitori e non dovrebbero mai assecondare la richiesta degli stessi di ‘preparare’ il figlio nello studio legale al colloquio con il giudice

 

 

 

 

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