• Aprile

    27

    2020
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Una realtà familiare alternativa e allargata. I legami orizzontali

Una realtà familiare alternativa e allargata. I legami orizzontali

Molti bambini oggi si ritrovano con quattro genitori e otto nonni, ci può essere il compagno della mamma che però non è il papà e la moglie del papà che tuttavia non è la mamma. Zii e cugini possono aumentare, diminuire o scomparire del tutto, a seconda del modo in cui proseguono i legami vecchi e nuovi dei precedenti e dei ‘nuovi’ genitori. Si tratta di una nuova realtà familiare che può essere raffigurata con l’immagine di un albero che si ramifica e si estende in una rete di legami orizzontali e paralleli a differenza dell’albero genealogico di una volta che si protendeva verticalmente.

Una realtà familiare sempre più comune è quella che vede giovani coppie che si sposano, si separano, costruiscono nuovi legami che a volte si concretizzano in un nuovo matrimonio altre volte no. Legami alternativi e secondi matrimoni che spesso non sono a loro volta definitivi e possono essere sostituiti da ulteriori unioni, dando luogo alla costruzione di famiglie differenti e affetti imprevedibili, anche bizzarri.

Le situazioni conseguenti ai matrimoni falliti molte volte sono problematiche. Le conseguenze degli amori spezzati e ricomposti più volte con persone diverse ricadono sui bambini che si trovano a crescere in queste famiglie. Chi ha subito da piccolo un’interruzione drastica dei legami familiari andrà incontro a gravi problemi di ordine emotivo.

Si osservano nei bambini alcune reazioni a breve termine, subito dopo la separazione dei genitori, sulla scia del trauma del distacco, possono dimostrarsi depressi o diventare aggressivi. Possono provare rabbia e ribellione, ma anche sensi di colpa in quanto i figli tendono ad attribuirsi la responsabilità del divorzio dei genitori. La loro sofferenza interiore a volte si manifesta in un calo del rendimento scolastico o in una somatizzazione del proprio dolore alla testa, all’apparato digerente, ecc.

Le reazioni a lungo termine nei bambini sono caratterizzate dall’incapacità di crearsi solide radici, dalla fragilità psichica, dal disimpegno. Durante l’adolescenza possono manifestare varie problematiche e, quando da adulti, si sposeranno o si legheranno sentimentalmente ad una persona potranno avere a loro volta rapporti conflittuali con il compagno o la compagna.

Tali reazioni e problematiche si possono osservare anche in famiglie in cui non vi è stata alcuna separazione ma che non hanno rappresentato un sereno e caldo nido affettivo. Il disagio conseguente al divorzio dei genitori è influenzato dai comportamenti degli stessi e dal loro senso di responsabilità nei confronti dei figli.

Una componente importante è l’età dei figli al momento della separazione dei genitori. Un’età certamente molto difficile è quella della preadolescenza. Molto spesso le separazioni tra i genitori sono precoci cioè avvengono quando il figlio non è ancora nato o durante il primo anno di vita, questo accade nei casi di gravidanze indesiderate o nei casi in cui la gravidanza o la nascita del figlio aggravano situazioni di disagio preesistenti.

Quando il figlio vive dalla nascita o in ogni caso da quando è molto piccolo con un solo genitore si abitua più facilmente ad un modello di famiglia monoparentale, di solito con la mamma. Solitamente è solo con l’ingresso a scuola che il bambino si rende conto che i suoi amici appartengono ad un nucleo familiare in cui ci sono due adulti che convivono in modo stabile anche se non è detto che in tale nucleo si viva meglio. Il figlio che vive fin da piccolo con un solo genitore è probabile che riceva un’attenzione esclusiva da parte del genitore con cui vive e che non debba condividere tempo e affetto con un altro genitore presente in casa. Altre volte può capitare che la mamma viva un periodo di difficoltà emotiva in seguito alla separazione che la induce ad essere più ripiegata su se stessa e a fare fatica a sintonizzarsi con i bisogni e gli stati d’animo del figlio.

Inoltre spesso, superato il trauma della separazione, i genitori formano rispettivamente un nuovo legame di coppia ed il figlio inizia così a sperimentare situazioni e legami familiari inattesi.

Ci sono molti adulti che rimasti a loro volta bambini giocano in modo irresponsabile con i sentimenti e le emozioni di altri che sono realmente bambini o ragazzi e che avrebbero diritto ad un’infanzia e ad un’adolescenza serene, senza alti e bassi e senza dover sperimentare l’effetto montagne russe.

Si sta formando una realtà familiare alternativa e allargata con cui molti bambini e ragazzi oggi si confrontano e su cui investono dal punto di vista affettivo, una realtà che può essere raffigurata, come scritto in precedenza, con l’immagine di un albero che si ramifica e si estende in una rete di legami orizzontali e paralleli a differenza dell’albero genealogico di una volta che si protendeva verticalmente.

Questa nuova realtà familiare sta conducendo i bambini coinvolti a sviluppare differenti rapporti e investimenti emotivi e le modalità e le dinamiche dei rapporti familiari stanno subendo dei cambiamenti importanti. Le famiglie che si sviluppano e allargano secondo un disegno orizzontale, non solo tendono a modificare i comportamenti delle persone che ne fanno parte in particolare i figli ma sembrano modificare meccanismi e modelli di sviluppo considerati universali a livello teorico e scientifico. Ad esempio il differente investimento affettivo compiuto da bambini e adolescenti condiziona il complesso di Edipo nei termini di quelle che sono le persone coinvolte, la loro eta’, le pulsioni investite, i desideri, i bisogni i contenuti rimossi nell’inconscio.

L’adulto che interessa alla bambina non e’ più necessariamente il padre biologico come avviene nelle famiglie tradizionali ma piuttosto l’uomo oggetto dell’attenzione della madre, ossia un qualsiasi uomo adulto per il quale la bambina viene a trovarsi in competizione con l’adulto del suo stesso sesso, la mamma. La bambina sceglie il compagno attuale della mamma e non il papà biologico o un altro uomo proprio perchè la bambina riconosce la mamma come proprio modello e identificandosi con lei compie le sue stesse scelte. Cade la componente dell’incesto verso il papa’ biologico evidenziata da Freud in quanto il papa’ non convivendo con la mamma, non rappresenta un modello di marito da fare proprio per poter essere come la mamma. Lo si può amare come figlia dal momento che e’ disponibile solo per lei. L’adulto uomo da conquistare e sottrarre alla mamma e’ il nuovo compagno o marito della mamma e questa competizione sembra determinata esclusivamente dal fatto che la bambina si identifica con la madre al punto da desiderare l’uomo che la mamma possiede, il quale assume interesse solo in quanto e’ la mamma che lo possiede.

E’ come se il compagno o il marito della mamma diventasse per la figlia il suo archetipo di compagno o marito, il suo modello unico. A differenza di quanto accade verso il papa’ biologico non si presentano ne’ fantasie ne’ fissazioni incestuose che debbano poi essere faticosamente superate.

Freud spiega il superamento del complesso edipico o dell’analogo complesso di Elettra per le figlie femmine, solo grazie al superamento della gelosia da parte del bambino o della bambina e la sua definitiva identificazione, intorno ai sei o sette anni o più, con il genitore dello stesso sesso anche se sembra proprio che nelle famiglie allargate sia l’identificazione con la mamma a indurre una bambina di quattro anni a scegliere lo stesso adulto uomo scelto dalla mamma.

Il diffondersi di una realtà familiare che si ramifica e si estende in una rete di legami orizzontali e paralleli sta trasformando radicalmente le dinamiche delle costellazioni familiari. Non e’ possibile sostenere a priori che questo tipo di realtà familiare danneggi lo sviluppo cognitivo e psico-emotivo dei bambini o viceversa che ne sara’ avvantaggiato. Le componenti principali che determinano un esito piuttosto che l’altro sono la maturità o immaturità dei genitori ed il loro senso di responsabilità nei confronti dei figli.

 

 

 

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