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    2017
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Quando il difficile processo di separazione tra genitori e figli rischia di diventare impossibile

Quando il difficile processo di separazione tra genitori e figli rischia di diventare impossibile

Immagine per DIFFICOLTà DI SEPARAZIONE DEI GENITORI DAI FIGLI

Il processo di separazione tra genitori e figli e’ molto impegnativo emotivamente sia per i genitori che per i figli.

Un fenomeno sempre più diffuso e’ rappresentato dalla prolungata permanenza di giovani adulti all’interno delle proprie famiglie d’origine. Si tratta di un fenomeno tipicamente italiano, negli altri paesi europei in linea di massima l’uscita dal nucleo familiare avviene prima e non necessariamente è motivato da un impegno matrimoniale.

Negli Stati Uniti la soluzione più frequente è perfino speculare a quella italiana in quanto, soprattutto per le classi più agiate, l’uscita dei figli dal nucleo familiare è d’obbligo e in genere coincide con l’inizio del percorso universitario.

La condizione di giovane adulto, lungi dall’essere considerata un momento di transizione, rappresenta sempre di più una vera e propria nuova età nella vita del figlio e della famiglia

Numerosi fattori, di natura sociale e psicologica, si intrecciano e si alimentano l’un l’altro contribuendo a questo fenomeno.

In Italia la disoccupazione è concentrata principalmente nella fascia giovanile a causa dello scarso ricambio della forza lavoro. A questo aspetto si aggiunge la prolungata scolarizzazione. Per questo motivo la famiglia costituisce una risorsa indispensabile per i figli.

Pertanto l’uscita dei giovani adulti dal nucleo familiare e la loro emancipazione è complicata dal contesto sociale in cui vivono.

Ma questa situazione diventa una necessità anche perché soddisfa determinati bisogni. I rapporti all’interno della famiglia consentono ai figli di soddisfare i loro bisogni di attaccamento e contemporaneamente di avere il tempo per affrontare le difficoltà della vita all’interno di un contesto protettivo.

Dal canto loro i genitori non sembrano avvertire l’urgenza di vedere i propri figli allontanarsi e costituire una nuova famiglia in quanto la permanenza dei figli in casa consente loro di rimandare il momento del distacco, emotivamente impegnativo, e di svolgere la funzione genitoriale secondo la propria storia personale.

I genitori hanno l’illusione di garantire ai figli quelle condizioni che hanno desiderato e di cui non hanno potuto godere identificandosi così nei loro figli giovani adulti e al tempo stesso soddisfano un loro bisogno, quello di essere i genitori che avrebbero voluto avere.

In questo modo i genitori vedono realizzato l’ideale del rapporto tra genitori e figli. Ma questa situazione non è priva di rischi.

L’eccessiva vicinanza tra genitori e figli e l’assenza di conflittualità incancreniscono i rapporti rendendoli ripetitivi. L’assenza di conflittualità intergenerazionale non è un indicatore di una relazione sana.

Il conflitto, nel momento in cui si è in grado di gestirlo in modo costruttivo, offre la possibilità di realizzare nuove soluzioni di convivenza e di stabilire nuove relazioni che rispettino la propria e l’altrui diversità.

Il conflitto intergenerazionale era la condizione per affermare la propria autonomia, in questo modo all’interno della famiglia era possibile forgiare la propria individualità. Oggi invece è soprattutto in ambito lavorativo che il giovane adulto è tenuto ad imporsi e a differenziarsi mentre la famiglia rappresenta il porto sicuro dove trovare riparo dal punto di vista emotivo e affettivo.

L’eccessiva vicinanza rischia di trasformare il rapporto tra genitore e figlio in un rapporto simbiotico, in questo modo all’interno della famiglia i principali bisogni possono essere soddisfatti mentre non si attivano le forze che sono alla base della spinta evolutiva e della crescita personale. Difficilmente potranno svilupparsi le risorse individuali quando nel giovane è presente in modo importante la paura di crescere e quello che rappresenta uno dei compiti evolutivi principali, l’accettazione da parte dei figli e dei genitori della separazione reciproca, rischia di non poter essere portato a termine.

Certamente è un lavoro che non è facile affrontare emotivamente in quanto meno gratificante dal punto di vista affettivo richiedendo ai genitori la capacità di riuscire ad instaurare con il figlio un legame che tenga conto e che rispetti l’indipendenza che lo stesso sta acquisendo.

La separazione spaventa i genitori anche perché può suscitare preoccupazioni legate alla solitudine, all’invecchiamento e alla perdita della funzione genitoriale. Anche per il figlio il percorso verso la separazione è emotivamente impegnativo in quanto si trova ad affrontare le responsabilità che il proprio ruolo adulto gli richiede e ad abbandonare il mondo rassicurante che i genitori vorrebbero continuare ad offrirgli.

È invece fondamentale che il nucleo familiare possa tollerare al suo interno la separazione.

Se i genitori sono in grado di comunicare e di trasmettere al figlio la loro fiducia nelle sue capacità di adulto e riescono a rassicurarlo rispetto alla loro capacità di tollerare il dolore del distacco e di riorganizzarsi in modo autonomo, favoriscono le condizioni perché il processo di separazione avvenga in modo positivo.

La reciproca separazione consente una graduale individuazione dei genitori e del figlio che può così raggiungere una sua identità di adulto investendo di nuovi significati il legame con i genitori non più improntato alla dipendenza infantile o alla controdipendenza adolescenziale ma ad una interdipendenza reciproca.

Un incompleto processo di differenziazione dalla famiglia d’origine, inoltre, rischia di invischiare il figlio in scelte affettive e lavorative dettate dalla necessità di assecondare i genitori o al contrario di opporsi a loro.

Come si può notare il fenomeno della prolungata permanenza del giovane adulto nel nucleo familiare è piuttosto complesso nelle sue dinamiche.

Un percorso psicoterapeutico è di grande aiuto, mettendo in luce come certe dinamiche intervengono nella relazione rendendo difficile o impossibile affrontare la separazione e individuando l’origine di tali dinamiche. Lo psicoterapeuta inoltre viene a porsi nel mondo interno del giovane adulto come elemento terzo tra lui e i suoi genitori favorendo così la separazione e l’individuazione del giovane che può iniziare a sviluppare la sua identità di adulto, differente da quella dei suoi genitori, sentendosi più “libero” nelle sue scelte di vita, professionali ed affettive.

Dal Piccolo Principe di Antoine de Saint -Exupery:

“Certo che ti faro’ del male.
Certo che me ne farai.
Certo che ce ne faremo.
Ma questa e’ la condizione stessa dell’esistenza.
Farsi primavera significa accettare il rischio dell’inverno.
Farsi Presenza, significa accettare il rischio dell’Assenza”.

 

 

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