• Ottobre

    25

    2018
  • 2305
  • 0
La motivazione all’ apprendimento.  Qual è la strategia migliore?

La motivazione all’ apprendimento. Qual è la strategia migliore?

 

Due strategie ‘pedagogiche’ ormai obsolete utilizzate a lungo per incrementare la motivazione all’ apprendimento si basavano sui principi della ricompensa e della punizione che sembra provenissero dai metodi per addestrare gli animali.

Infatti i primi studi sperimentali sull’ apprendimento venivano condotti sui topi in un labirinto ed i ricercatori utilizzavano una ricompensa, rinforzo positivo, (ad esempio del cibo che veniva posizionato al termine del labirinto) quando volevano rinforzare una determinata risposta nell’animale o una punizione, o utilizzavano un rinforzo negativo (ad esempio lo spegnimento della luce) quando volevano estinguere una determinata risposta nell’animale.

Sono stati condotti degli studi sui bambini per comprendere tra la punizione e la ricompensa cosa funziona di più sulla motivazione all’ apprendimento.

È risultato che il gruppo di bambini che riceveva elogi e lodi otteneva risultati migliori e più rapidamente. Inoltre è emerso che sia negli animali  che negli esseri umani i rinforzi negativi quindi le punizioni provocano stress, possono favorire il successo scolastico e il miglioramento della performance ma solo temporaneamente, in seguito può peggiorare.

Pertanto i rinforzi positivi, come elogi, lodi, premi, medaglie, punti, funzionano meglio sulla motivazione all’ apprendimento rispetto ai rinforzi negativi.

Questo tipo di motivazione legata al rinforzo (positivo o negativo che sia) è detta estrinseca. Tuttavia il rinforzo non è l’unica strategia che alimenta la motivazione, la curiosità assume un ruolo fondamentale. Quando l’attività viene svolta per il puro piacere di farla, la motivazione viene definita intrinseca.

Sono stati condotti diversi studi sui bambini in cui gli stessi venivano suddivisi in gruppi a seconda che l’attività fosse svolta per se stessa, quindi secondo una motivazione intrinseca o con la promessa della possibilità di giocare con giocattoli ambìti precedentemente mostrati ai bambini, quindi secondo una motivazione estrinseca. Un gruppo di bambini, inoltre, veniva informato che sarebbe stato osservato per verificare l’esito del lavoro. Il criterio di valutazione era la scelta libera dell’attività.

I risultati hanno evidenziato che la ricompensa riduce la motivazione intrinseca, così come il sapere di essere osservati riduce l’attrazione nei confronti dell’attività liberamente scelta. La presenza di controlli favorisce il passaggio da una motivazione intrinseca ad una motivazione estrinseca, dal piacere di fare una determinata cosa  al farla perché osservati e controllati quindi per ricevere una ricompensa o per evitare il controllo, la coercizione o la punizione e non più per il piacere in sé di lavorare. La coercizione spegne del tutto la motivazione.

I ricercatori che analizzano la motivazione si sono chiesti che impatto hanno i voti sulla motivazione. Coloro che sono contrari ai voti sottolineano l’aspetto negativo legato alla stigmatizzazione degli studenti che ottengono voti insufficienti e che vengono demotivati dall’idea del fallimento. Coloro che sono favorevoli ai voti sostengono che questi fungono da stimolo per gli studenti permettendo loro di valutare i propri risultati. I ricercatori che studiano la motivazione ritengono che entrambi i punti di vista abbiano valore in quanto si basano su presupposti diversi.

Esistono due tipi di valutazione: la valutazione di controllo o normativa che associa la valutazione ad un valore sociale “sei in gamba ed intelligente” o “non sei intelligente e non vali niente” e la valutazione informativa che dà semplicemente informazioni rispetto alla propria performance, ad esempio relativamente al numero ed alla tipologia dei propri errori. Questa valutazione non deve necessariamente essere espressa nei termini di un voto.

Inoltre ci sono due meccanismi molto importanti della motivazione che sono il sentimento di autonomia, ossia il fare da sé, e la competenza percepita, ossia il sentirsi efficaci. La valutazione di controllo o normativa diminuisce il sentimento di autonomia e di efficacia e pertanto ha un effetto negativo sulla motivazione. La valutazione informativa, al contrario, può aumentare la competenza acquisita.

I risultati delle ricerche hanno evidenziato che la mancanza di motivazione o demotivazione è associata a chi ottiene voti più bassi. La passività o apatia che caratterizza la demotivazione è definita impotenza appresa ed è qualcosa di molto simile a ciò che accade ad alcuni cani che non potendo evitare uno choc elettrico diventano passivi. Se si aumenta troppo velocemente la difficoltà degli esercizi delle differenti discipline curriculari molti studenti si arrendono e questo causa una caduta delle performance. Le ragioni di questa demotivazione e di questo atteggiamento di rassegnazione sono legate al fatto che gli studenti ai quali viene aumentata troppo velocemente la difficoltà del compito non percepiscono più la relazione tra ciò che fanno e il risultato quindi il sentirsi efficaci.

E’ molto importante anche la possibilità che il ragazzo abbia una buona guida, un buon mentore.

 

Costellazioni familiari / Depressione / Bambini, adolescenti e genitori / Adulti e giovani adulti / Disturbi specifici dell'apprendimento /
Amore e terapia di coppia / Fobia scolare / Ansia, fobie, attacchi di panico

​Studio ​Psicologa Milano Maciachini / ​​Studio Psicologo Milano ​​Zara /​ ​​Studio Psicologo Milano Garibaldi /​ ​​Studio Psicologo Milano Isola /​ ​​Studio Psicologo Milano Niguarda /​ ​​ Studio Psicologo Milano Buenos Aires / ​
​​Studio Psicologo Milano Stazione Centrale /​ ​​Studio Psicologo Milano Piazza Repubblica /​ ​​Studio Psicologo Milano Porta Venezia /​ ​​Studio Psicologo Milano Loreto /​ ​​Studio Psicologo Milano Lima /​ ​​Costellazioni familiari a Milano


© Copyright 2024 ROSSELLA FUMIA, Psicologa Milano / P.IVA 08329390960 / Privacy / Sito Web: Studio 24
Privacy Policy