• Novembre

    29

    2015
  • 2383
  • 0

Il Mobbing: Che cos’e’ e come riconoscerlo

Il mobbing e’ una forma di terrore psicologico sul posto di lavoro, esercitata attraverso comportamenti aggressivi e vessatori ripetuti, da parte di colleghi o superiori. Il verbo inglese to mob significa “assalire, aggredire, affollarsi attorno a qualcuno”.

La vittima si ritrova emarginata, calunniata, criticata: gli vengono affidati compiti dequalificanti, o viene spostata da un ufficio all’altro, o ancora viene messa in ridicolo di fronte a clienti, colleghi o superiori. Nei casi piú gravi si arriva anche ad azioni illegali. Lo scopo di tali comportamenti e’ sempre distruttivo: eliminare una persona considerata “scomoda”, determinandone il licenziamento o inducendola alle dimissioni.

I conflitti o i problemi sono frequenti sul posto di lavoro… questo significa che siamo tutti vittime di mobbing? Certamente no!

Bisogna distinguere il mobbing da quelle che possiamo definire azioni mobbizzanti: azioni fastidiose, poco gradevoli, ma legate a fattori situazionali (una giornata storta, un mal di testa, un problema privato o altro da parte di un collega o di un superiore) e quindi momentanee.

Se le azioni mobbizzanti diventano sistematiche e di lunga durata, ci si trova di fronte ad una situazione di mobbing.

Il Mobbing puo’ essere messo in atto da uno o più mobber per danneggiare qualcuno (il mobbizzato). I rapporti sociali sul posto di lavoro diventano conflittuali e la vittima si ritrova isolata ed emarginata. Le possibilita’ di difesa risultano scarse.

Viene danneggiata psicologicamente e fisicamente, menomata della sua capacità lavorativa e della fiducia in se stessa. Risente spesso di sintomi psicosomatici, di stati depressivi o ansiosi.

Il mobbing provoca anche un sensibile calo di produttività all’interno dell’azienda in cui si verifica: chi fa mobbing o chi lo subisce fa registrare un importante calo nel rendimento professionale, inoltre la vittima si assenta spesso per visite o periodi di malattia.

Quella relativa al mobbing e’ una materia molto delicata, in cui la legislazione è ancora scarsa ed ambigua. Alcune sentenze di risarcimento sono già state pronunciate, ma la strada per arrivare alla dichiarazione del mobbing come malattia professionale risarcibile e come pratica criminale punibile penalmente é ancora lunga da percorrere.

Nel mobbing esiste una costante: la vittima è sempre in una posizione inferiore rispetto ai mobber non in termini di potere, intelligenza o cultura, ma rispetto al fatto che, durante il periodo in cui subisce mobbing,  perde gradatamente la sua posizione iniziale, la sua influenza, il rispetto degli altri verso di lei, il suo potere decisionale, la fiducia in se stessa, l’entusiasmo nel lavoro, spesso anche la salute.

Il mobbing è sempre esistito, ma solo adesso comincia a diffondersi una sua teorizzazione, in quanto fino ad oggi è sempre stato passivamente accettato. Il mobbing invece non va accettato passivamente, ma combattuto tenacemente.

Il mobbing è un fenomeno sociale: agito, subito o favorito da esseri umani.  Nel mobbing ci sono due attori: l’aggressore, o mobber, e la sua vittima, o mobbizzato. Tuttavia solo raramente questi due personaggi si trovano da soli l’uno contro l’altro. Anche  gli spettatori del mobbing ne sono coinvolti: possono fare da semplice sfondo oppure parteggiare apertamente per una delle due parti.

Ci sono situazioni in cui è più probabile venire mobbizzati. Spesso si tratta di una persona per qualche motivo diversa dagli altri: una persona più qualificata e più competente nel lavoro, la persona nuova, più qualificata e più giovane, o perfino assunta da subito come responsabile. In questi casi certamente le possibilità di subire mobbing sono maggiori. La vittima all’inizio reagisce al mobbing, tuttavia i suoi sforzi non servono a nulla: spesso è proprio la reazione della vittima che fornisce al mobber ulteriori argomentazioni o motivi per continuare la sua azione.

Il mobber può avere molte ragioni per perpetrare il mobbing: paura di perdere il lavoro o la posizione duramente guadagnata, paura di essere surclassato da una persona più giovane o più qualificata; ansia di carriera che porta all’eliminazione di qualsiasi ostacolo, vero o presunto, gli si presenti davanti; ci sono poi le persone dal temperamento collerico o dal carattere autoritario, i perfezionisti ed ipercritici, persone con un vissuto di frustrazione alle spalle che riversano sui colleghi; etc.

Gli spettatori sono tutte quelle persone, colleghi o superiori, che non sono coinvolti direttamente nel mobbing, ma che in qualche modo lo percepiscono o vi partecipano. La funzione dello spettatore e’ determinante per lo sviluppo del mobbing. Come il ruolo del mobber dipende dalla sua posizione gerarchica e quindi da quanto potere può convogliare nella sua azione mobbizzante, così anche quello dello spettatore: se è un neo-assunto naturalmente potrà fare ben poco di fronte al mobbing; se è il responsabile, egli puo’ ed ha il dovere di porre fine al processo.

Una situazione che si riscontra frequentemente in Italia, ma di cui non si trova traccia nella ricerca europea sul mobbing e’ quella del Doppio Mobbing, legato al ruolo particolare che la famiglia ricopre nella società italiana.

La vittima di una situazione di mobbing tende a cercare aiuto a casa dove sfoga la rabbia, l’insoddisfazione o la depressione che ha accumulato durante la giornata di lavoro e la famiglia si trova ad assorbire questa negatività.

Tuttavia la vittima trasmette la propria sofferenza al coniuge, ai figli, ai genitori per molto tempo, anche per anni. La famiglia per un certo periodo di tempo cerca di contenere la vittima, ma quando le risorse sono esaurite, entra anche questa in crisi.

La situazione della vittima crolla in quanto la famiglia protettrice e generosa cambia atteggiamento, cessando di sostenere la vittima e cominciando invece a proteggere se stessa dalla forza distruttiva del mobbing, richiudendosi in se stessa, per istinto di sopravvivenza, nel tentativo di difendersi.

Si tratta di un processo inconscio: nessun componente sarà mai consapevole di aver smesso di aiutare e sostenere il proprio caro.

Il Doppio Mobbing indica appunto la situazione in cui la vittima si viene a trovare in questo caso: attaccata sul posto di lavoro e privata della comprensione e del supporto emotivo della famiglia. Il mobbing non è piu’ presente solo sul posto di lavoro, ma continua, seppure con diverse modalità, anche a casa.

 

Costellazioni familiari / Depressione / Bambini, adolescenti e genitori / Adulti e giovani adulti / Disturbi specifici dell'apprendimento /
Amore e terapia di coppia / Fobia scolare / Ansia, fobie, attacchi di panico

​Studio ​Psicologa Milano Maciachini / ​​Studio Psicologo Milano ​​Zara /​ ​​Studio Psicologo Milano Garibaldi /​ ​​Studio Psicologo Milano Isola /​ ​​Studio Psicologo Milano Niguarda /​ ​​ Studio Psicologo Milano Buenos Aires / ​
​​Studio Psicologo Milano Stazione Centrale /​ ​​Studio Psicologo Milano Piazza Repubblica /​ ​​Studio Psicologo Milano Porta Venezia /​ ​​Studio Psicologo Milano Loreto /​ ​​Studio Psicologo Milano Lima /​ ​​Costellazioni familiari a Milano


© Copyright 2024 ROSSELLA FUMIA, Psicologa Milano / P.IVA 08329390960 / Privacy / Sito Web: Studio 24
Privacy Policy