• Ottobre

    12

    2017
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L’alcolismo e le sue ‘ragioni’

L’alcolismo e le sue ‘ragioni’

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L’alcol viene utilizzato contro lo stress, le frustrazioni e l’isolamento in quanto è associato a benessere, distensione e convivialità.

Ma l’abuso porta all’alcolismo e al rischio di emarginazione.

L’alcolismo è un fenomeno che non riguarda solo le classi più svantaggiate ma si manifesta anche tra i dirigenti d’azienda, i medici, ecc., le cui professioni esigono un’importante individualizzazione e creatività.

L’alcol è un mezzo per socializzare e trovare sollievo in una società competitiva e spesso per molti aspetti ostile. Questo bisogno sembra crescere con lo status socioeconomico e con le maggiori esigenze di efficienza e affermazione individuale.

L’alcolista beve in totale solitudine e da solo affronta anche il lato più doloroso dell’abuso di alcol come il tremito delle mani dovuto al calo del livello di alcol in circolo che causa sintomi di astinenza.

L’alcolismo è considerato una patologia familiare in quanto l’ambiente sociale dell’alcolista finisce per ridursi ai rapporti più stretti. L’alcolista trasforma i familiari in complici che sfrutta per i suoi fini. Li costringe a proteggerlo socialmente con menzogne, silenzi e occultamenti.

Gli operatori che lavorano in questo ambito hanno l’obiettivo di aiutare il compagno, la compagna o i familiari dell’alcolista a rompere questo circolo vizioso. La parola d’ordine è: mai aiutare l’alcolista. Questo al fine di rendergli più difficile mantenere il suo comportamento patologico, la sua condotta autodistruttiva.

Dal punto di vista psicoanalitico la dipendenza dall’alcol e dalle droghe in genere è vista come una via per ritrovare se stessi, una via sbagliata lungo la quale si finisce per perdersi ancora di più, come un tentativo infelice di autoterapia.

L’assunzione di alcol e di droghe serve a proteggere le funzioni e l’organizzazione delle difese. L’alcolismo è interpretato anche come una forma di lenta autodistruzione che permette di difendersi contro la depressione e le tendenze suicide. Alla base è presente un bisogno infantile non soddisfatto di calore e intimità.

Gli alcolisti sono descritti come passivi, pieni di richieste e bisognosi di valorizzazione, eccessivamente legati al giudizio degli altri; nell’infanzia e fanciullezza, inoltre, sarebbero ben adattati, chiusi, timidi e inattivi.

Una ricerca americana pone in primo piano il desiderio di potere piuttosto che l’alleviamento delle tensioni interiori, della solitudine e della disperazione.

L’alcol rallenta l’azione di certi neurotrasmettitori, aumentando la disponibilità al rischio e permettendo così all’individuo di trarre sollievo dalle sue paure e dai limiti oggettivi, in quanto con l’alcol si sente forte, può uscire dai suoi confini e godere della propria potenza. Questa ricerca americana prendeva in considerazione solo soggetti di sesso maschile.

Il successo terapeutico non è garantito dall’astinenza. La disoccupazione, il timore di perdere il lavoro, il cambiamento del lavoro, l’invalidità al lavoro rappresentano dei rischi di ricaduta. Mentre il fatto di vivere da soli, una scarsa integrazione sociale e l’età avanzata sono condizioni sfavorevoli dal punto di vista prognostico.

two-types-of-wine-1761613__340Tuttavia l’abuso di alcolici non costituisce solo un rischio per la salute fisica.

Il consumo di alcol ha infatti anche una funzione compensatoria e porta con sé un vantaggio immediato. Inserito nel contesto sociale appropriato ha una funzione socializzante, allentando la rigidità e la convenzionalità delle norme sociali nei rapporti interpersonali.cheers-839865_960_720

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