• Gennaio

    27

    2018
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La schizofrenia

La schizofrenia

Nello sviluppo della schizofrenia sono coinvolti sia fattori genetici che ambientali.

Tra i possibili fattori vi sono danni perinatali, infezioni virali durante la gestazione, certi tipi di traumi infantili, ecc …

La schizofrenia si sviluppa in una persona con una particolare configurazione psicologica.

Si verifica un’interazione tra vulnerabilità genetica, caratteristiche ambientali e tratti individuali.

Freud considerava la schizofrenia un conflitto tra l’Io e il mondo esterno che comporta un disconoscimento e un rimodellamento della realtà.

Sullivan riteneva che l’eziologia del disturbo fosse da rintracciare in precoci difficoltà interpersonali, soprattutto nel rapporto bambino-genitori.

La schizofrenia si può manifestare con:

♪ sintomi positivi: deliri (disturbi del contenuto del pensiero), allucinazioni (disturbi di percezione, possono essere allucinazioni uditive e/o allucinazioni visive), catatonia e agitazione (manifestazioni comportamentali)

♪ sintomi negativi che si caratterizzano come un’assenza di funzioni: affettività coartata, povertà di pensiero, apatia, anedonia

♪ relazioni personali disturbate che comprendono il ritiro, l’espressione inadeguata dell’aggressività e della sessualità, la mancanza di consapevolezza dei bisogni altrui, le pretese eccessive e l’incapacità di avere un contatto significativo con altre persone.

I sintomi hanno un significato. Le allucinazioni o i deliri di grandezza ad esempio compaiono spesso immediatamente dopo un affronto alla stima di sé per compensare la ferita narcisistica.

Le relazioni interpersonali sono fonte di terrore per le persone schizofreniche e le intense ansie correlate al contatto con gli altri sono spesso risolte con l’isolamento.

La schizofrenia può assolvere una funzione difensiva così che possono evitare di confrontarsi con le incertezze delle relazioni, le complessità delle situazioni lavorative e il significato dell’esistenza, così per alcuni l’improvvisa assenza di sintomi diventa altrettanto dolorosa della schizofrenia.

Il percorso terapeutico può aiutare la personalità schizofrenica a integrare il vecchio e il nuovo Sé.

Gunderson riconobbe la difficoltà di coinvolgere le personalità schizofreniche in un percorso psicoterapeutico a lungo termine. Esaminò i dati di uno studio di Boston per determinare le caratteristiche tipiche di coloro che avevano continuato la psicoterapia. La sua scoperta fu che queste personalità schizofreniche erano caratterizzate da isolamento sociale, appiattimento emotivo e disorganizzazione interna. Ciò nonostante tendevano ad avere un funzionamento sociale più coerente rispetto a quelli che avevano interrotto la psicoterapia.

Un altro studio è quello di follow up a lungo termine condotto da McGlashan. Dei due gruppi nei quali c’era stata una remissione della psicosi, uno era formato da personalità schizofreniche che cercavano di integrare l’esperienza psicotica nell’ambito globale della propria vita ed erano curiosi a proposito del significato dei loro sintomi, il secondo gruppo metteva invece “una croce sull’esperienza psicotica” e tendeva ad avere un’opinione negativa della stessa e nessun interesse a comprendere i propri sintomi.

Sebbene le personalità schizofreniche di entrambi i gruppi avessero acquisito un equilibrio stabile, quelle che avevano integrato l’esperienza presentavano esiti in qualche modo superiori. Ciò suggerisce che le personalità schizofreniche in grado di integrare un’esperienza psicotica nella loro vita possono trarre vantaggio dal lavoro esplorativo di un percorso psicoterapeutico, mentre coloro che sigillano ermeticamente l’episodio psicotico probabilmente non trarranno alcun beneficio o verranno addirittura danneggiati da ripetuti tentativi di esplorazione.

 

 

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