• Dicembre

    21

    2017
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La personalità borderline e il vuoto dentro

La personalità borderline e il vuoto dentro

Grinker e collaboratori nei primi anni ’60 identificarono le 4 caratteristiche chiave della personalità borderline:

rabbia come affetto principale o esclusivo

difficoltà nelle relazioni interpersonali

assenza di una consistente identità del sé

depressione pervasiva

Gunderson e collaboratori hanno identificato le caratteristiche discriminanti della personalità borderline:

pensiero quasi psicotico

automutilazioni

manipolatori tentativi di suicidio

paure di essere abbandonati, fagocitati, annichiliti

severità/indulgenza

Le personalità borderline si consumano nel tentativo di stabilire relazioni diadiche esclusive in cui non vi sia rischio di abbandono.

Una volta raggiunta l’intimità con un’altra persona vengono attivate 2 tipologie di ansia:

  • Cominciano a temere di essere fagocitati dall’altro e di perdere la loro identità in questa fantasia di fusione
  • Esperiscono un’angoscia che confina nel panico in relazione all’idea di poter essere abbandonati in qualsiasi momento

Per prevenire la solitudine possono tagliarsi i polsi o compiere altri atti autodistruttivi  nella speranza di venire salvati dalla persona a cui sono attaccati

Le percezioni che hanno degli altri possono continuamente oscillare tra idealizzazione e svalutazione. Al tempo stesso l’incapacità di integrare rappresentazioni di se positive e negative genera una grave diffusione di identità.

Per Kernberg le personalità borderline si arrestano alla sottofase del riavvicinamento della fase di separazione- individuazione, sottofase in cui il bambino teme che la mamma scompaia. Le personalità borderline rivivono continuamente una crisi infantile precoce in cui temono che i tentativi di separarsi dalla madre provocheranno la sua scomparsa. Nella riedizione adulta di questa crisi infantile, l’individuo è incapace di tollerare periodi di solitudine e ha paura di essere abbandonato da figure significative. In condizioni normali i bambini possono tollerare meglio la separazione poichè hanno interiorizzato un’immagine della madre unitaria che li sostiene nei momenti in cui lei è fisicamente assente. Privi di questa immagine interna le personalità borderline sono intolleranti alla separazione e alla solitudine.

Anche Masterson e Rinsley hanno concentrato l’attenzione sulla sottofase del riavvicinamento della separazione-individuazione, ponendo però l’accento sul comportamento della madre piuttosto che sull’aggressività innata del bambino a differenza di quanto aveva fatto Kernberg.

Le madri delle personalità borderline erano considerate esse stesse borderline, sono conflittuali rispetto alla crescita dei loro figli inviando il messaggio che crescere e diventare una persona indipendente provocherà la perdita dell’amore e del sostegno materno. Restare dipendenti costituisce l’unica possibilità di mantenere il legame materno. Questa comunicazione materna provoca una depressione abbandonica ogni volta che la prospettiva della separazione o dell’autonomia si presenta al bambino.

La fissazione a questo livello di frammentazione fa si’ che la personalità borderline senta che esistono soltanto due scelte: sentirsi abbandonato e cattivo o sentirsi buono non crescendo mai. Questa formulazione è stata successivamente approfondita in quanto troppo semplificata. Ed è stata integrata con il concetto dell’insufficienza.

La causa dell’incapacità della personalità borderline di sviluppare una figura interna “contenente –confortante” è stata identificata da Adler in una funzione materna insufficiente. Il bambino in condizioni normali è capace di costituirsi un’immagine interna della figura materna anche nell’assenza fisica di tale figura. Tale capacità di memoria evocativa è scarsamente sviluppata nella personalità borderline. In situazioni di stress le personalità borderline tendono a regredire ad una fase evolutiva che precede lo sviluppo della memoria evocativa perdendo la capacità di richiamare alla memoria le figure importanti che non sono fisicamente presenti.

Il fatto che il borderline manchi di una figura interna “contenente-confortante” porta a sentimenti di vuoto, tendenze depressive e dipendenza adesiva.

I modelli psicodinamici vanno integrati con i dati della ricerca empirica e con fattori biologici e genetici.

La ricerca empirica ha messo in luce che le personalità borderline di solito considerano la loro relazione materna distante o conflittuale. Quindi la trascuratezza può rappresentare un fattore eziologico più significativo dell’ipercoinvolgimento materno e il fallimento della presenza paterna è un aspetto ancora più discriminante della relazione materna.

E’ molto importante anche il ruolo giocato dal trauma infantile nella eziologia della personalità borderline. Le ricerche empiriche hanno mostrato che l’abuso sessuale durante l’infanzia è uno dei fattori più rilevanti nell’eziologia pur non essendo né necessario né sufficiente per lo sviluppo della personalità borderline.

Le personalità borderline hanno un livello di attività serotoninergica ridotto. Poiché la serotonina esercita un’azione inibitoria sul comportamento, l’impulsività, caratteristica delle personalità borderline, può essere in parte dovuta a questa alterata attività serotoninergica.

Un problema è rappresentato dalla differenziazione della depressione caratteriologica tipica della personalità borderline dalla depressione maggiore. Le personalità borderline utilizzano l’espressione “depressione” per descrivere sentimenti cronici di noia, di vuoto e di solitudine ma non presentano i segni vegetativi della depressione maggiore. Inoltre sentimenti consci di rabbia si alternano spesso alla depressione caratterologica del borderline.

Tuttavia entrambe le forme di depressione, la depressione maggiore e quella caratterologica del borderline, possono coesistere nella personalità borderline.

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