• Gennaio

    27

    2020
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L’ ipersessualita’ e la paura della vera intimita’

L’ ipersessualita’ e la paura della vera intimita’

La sessualita’ e’ una dimensione nella quale ogni individuo puo’ sperimentare e vivere importanti aspetti del Se’.

Il comportamento sessuale, se vissuto nel rispetto di se’ e dell’altro, in modo egosintonico e gratificante, diventa fonte di piacere e liberta’. Quando invece viene vissuto come una violazione intima, una mancanza di rispetto per l’altro, una perdita di controllo, una dipendenza, possiamo parlare di disagio o di un disturbo che inducono l’individuo a sperimentare emozioni disfunzionali.

L’ ipersessualita’ o Disturbo ipersessuale e’ un modello di comportamento  persistente e pervasivo dove il soggetto perde il controllo su fantasie, impulsi e comportamenti sessuali, provando angoscia e andando incontro a danni personali. Il soggetto puo’ arrivare a subire il suo stesso comportamento sessuale con la conseguente compromissione dell’area personale, affettiva, sociale e lavorativa.

Come l’ ipersessualita’ anche la dipendenza sessuale rappresenta un aspetto disfunzionale del comportamento sessuale che difficilmente trova una specifica collocazione clinica e diagnostica. E’ possibile considerarla una condotta di allontanamento di sentimenti spiacevoli che e’ una caratteristica della compulsione e al tempo stesso una ricerca attiva del piacere. Le relazioni del dipendente sessuale non possono essere considerate vere e proprie relazioni, in quanto il dipendente sessuale utilizza il sesso come conferma della propria esistenza, difensivamente dal rischio di frammentazione del Se’, e/o come conferma della propria importanza a fronte di una vulnerabilita’ narcisistica. Il desiderio sessuale si intensifica in misura abnorme fino a permeare tutti i pensieri e i sentimenti del soggetto e fino a concretizzarsi in una compulsione insaziabile di godimenti sessuali. La sessualita’ vissuta in modo patologico puo’ costituire una minaccia per il soggetto ponendolo di fronte al rischio di violare la legge, la morale o anche la vita. L’eccessiva attivita’ sessuale puo’ essere considerata un vero e proprio disturbo quando non e’ un libero modo di gratificare il desiderio, ma esclusivamente un automatismo incontrollabile per dimostrare e sentire che esistiamo.

Freud aveva avanzato l’ipotesi che la masturbazione fosse la dipendenza originaria mentre la dipendenza da alcol, tabacco, morfina non fossero altro che suoi surrogati.

Il disturbo ipersessuale e’ una condizione in cui il soggetto per un periodo di almeno 6 mesi sperimenta in modo pervasivo e persistente la presenza di bisogni e fantasie sessuali e dedica un tempo eccessivo alla loro pianificazione; utilizza fantasie, bisogni e comportamenti sessuali difensivamente rispetto all’ansia, alla depressione, all’irritabilita’; utilizza in modo compulsivo fantasie, bisogni e comportamenti sessuali in risposta a eventi di vita stressanti; cerca costantemente di ridurre o controllare tali comportamenti sessuali; persegue tali comportamenti sessuali nonostante le conseguenze negative per se’ o per gli altri. Inoltre l’ipersessualita’ e’ considerata disfunzionale e patologica quando il comportamento sessuale disregolato crea un funzionamento inadeguato nella sfera affettiva, sociale e lavorativa.

Anche se l’ ipersessualita’ riguarda soprattutto gli uomini non interessa solo loro. Per l’uomo un elemento centrale e’ l’aspetto della conquista e del ricevere un continuo rispecchiamento positivo della propria mascolinita’, anche per la donna la seduttivita’ e’ un elemento fondamentale e la capacita’ di attrarre sessualmente il maggior numero di uomini diventa la misura del proprio valore personale.

Secondo la Klein ed altri psicoanalisti nella donna l’ipersessualita’ sarebbe caratterizzata maggiormente, rispetto all’uomo, da un’attivita’ sessuale impersonale e dalla tendenza alla bisessualita’. E’ necessartio distinguere l’ ipersessualita’ femminile dal Disturbo da eccitazione sessuale persistente (PSAD) che genera sofferenza, frustrazione e sciupa la qualita’ della vita personale e professionale. Il tratto distintivo del Disturbo da eccitazione sessuale persistente e’ un’eccitazione genitale intrusiva, persistente, non desiderata e non associata ad un’intensificazione del desiderio o dell’eccitazione mentale, la quale non si ridimensiona e non cessa se non in parte con l’orgasmo.

Quando la mascolinita’ per affermarsi deve dimostrare e possedere e gli uomini si relazionano alle donne e in particolare ai loro corpi come oggetti da conquistare, gli aspetti di voyeurismo assumono un ruolo fondamentale con una forte attenzione verso il corpo femminile; l’immagine estetica diventa prioritaria e fondamentale e’ anche il bisogno di conferma in quanto la virilita’ viene fatta dipendere dal numero delle conquiste. Ad un livello piu’ profondo e’ presente la paura della vera intimita’.

Il termine dongiovannismo indica la tendenza compulsiva a conquistare e sedurre una donna per poi abbandonarla. Alla base di questo comportamento vi e’ un Disturbo narcisistico di personalita’, una rabbia verso le donne che si esprime nella contrapposizione tra passione e vendetta, un forte bisogno di sentirsi ammirati, la tendenza fine a se stessa a collezionare partner femminili. Lo psicoanalista Rank sosteneva che l’esigenza compulsiva di accumulare il maggior numero di donne nasconde il bisogno di rimpiazzare una madre irraggiungibile e insostituibile. Secondo Novellino l’incapacita’ di stabilire una relazione affettiva matura deriva da una mancata elaborazione del primo rapporto con la figura materna. La madre e’ stata vissuta come inaccessibile e possessiva pertanto il complesso edipico e’ basato sul bisogno di possedere una madre inaccessibile laddove la fantasia inconscia e’ quella di punire colei che per prima ha negato l’amore, cioe’ la madre. La tendenza ad accumulare donne pertanto esprimerebbe la coazione a ripetere la fantasia di possesso e di punizione della figura materna. La risoluzione di tale dinamica compulsiva consisterebbe nello spezzare il legame simbiotico con la figura materna attraverso un percorso psicoterapeutico.

Sarebbe molto importante, a fronte del sesso vissuto come prestazione, restituire valore alla relazione con l’altro, riscoprire le sensazioni fisiche piacevoli generate dal contatto, stimolare alla conoscenza del proprio corpo. A questo scopo sarebbe utile promuovere una cultura della sessualita’ basata su un’educazione sessuale-affettiva che aiuti bambini e adolescenti a crescere nel rispetto di se e dell’altro consapevoli dell’inestimabile valore della propria dimensione affettivo-relazionale e dell’importanza di sperimentare un sano benessere sessuale.

 

 

 

 

 

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