• Novembre

    12

    2018
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L’ invidia: da cosa nasce e come affrontarla

L’ invidia: da cosa nasce e come affrontarla

L’ invidia è un sentimento negativo che nasce dall’insoddisfazione verso se stessi o verso uno o più ambiti della propria vita, nasce da insicurezza, da poca fiducia in sé e frustrazione.

La percezione soggettiva è che dal confronto con l’altro si esca sempre inevitabilmente sconfitti e ciò riempie di astio.

Quando si invidia ci si sente insoddisfatti di chi si è,  di ciò che si ha o che si è ottenuto.

Invidiare l’altro non aiuta a sentirsi meglio ma rende infelici e avvelena l’anima.

L’ invidia deriva dalla mancanza d’amore verso se stessi e viene sperimentata come un sentimento di ingiustizia che fa sì che altri abbiano al posto nostro ciò che desideriamo per noi.

L’ invidia è un sentimento nocivo che è associato ad un sentimento di inferiorità e di svalutazione di sé focalizzando l’attenzione sull’altro piuttosto che su di noi.

L’ invidia origina anche dall’educazione in famiglia. Molti genitori non valorizzano in modo adeguato i figli in quanto sono eccessivamente esigenti, desiderano il massimo da loro e finiscono con il basare tutto sul paragone ed il confronto con gli altri piuttosto che con la propria interiorità. Ciò induce facilmente i figli, una volta adulti, ad essere invidiosi.

Genitori psicologicamente equilibrati sono orgogliosi dei propri figli. Ma la madre narcisista che ha bisogno di essere sempre al centro dell’attenzione percepisce la figlia come una minaccia e la invidia per la sua bellezza, per la sua giovinezza o per i risultati che raggiunge. Naturalmente quella della madre narcisista è un’invidia distruttiva per la figlia perché le invia inconsciamente il messaggio che la madre vuole che lei stia bene in quanto in questo modo la rende orgogliosa di lei ma al tempo stesso che non può ‘brillare’ troppo perché offuscherebbe l’immagine della madre.

Chi prova invidia si sente arrabbiato, spinto da desideri negativi verso la persona oggetto di invidia, spera che possa soffrire o essere punito.

Dalla Bibbia l’ invidia è considerata un peccato capitale, in realtà noi non siamo responsabili delle emozioni che proviamo.

Se si prova invidia per un’amica o per una collega perché ottiene ottimi risultati all’università o sul lavoro o perché ha trovato un compagno bello e bravo ma non si fa nulla per nuocerle non si ha colpa. Provare invidia non è una colpa, si è responsabili di ciò che si decide di fare della propria invidia. Ci sono moltissime persone che provano invidia senza desiderare il male altrui. Molte donne che non riescono ad avere figli, ad esempio, invidiano le donne incinta, pur non desiderando il loro male. Non si può giudicarle, si tratta infatti di un’invidia che procura molta sofferenza e che va curata aiutandole ad elaborare il vissuto che la suscita.

L’ invidia è spesso associata al sentimento di colpa o di vergogna.

In realtà piuttosto che sentirsi in colpa o vergognarsi è importante imparare ad accettarla, ascoltarla, capire cosa ci sta comunicando e trasformarla in modo che migliori la percezione di se stessi e della capacità di raggiungere certi obiettivi e realizzare certi desideri.

È importante chiedersi perché succede, perché la si prova, se si è ciò che si vorrebbe essere, se si ha ciò che si desidera.

Inoltre prima di lasciarsi pervadere dall’ invidia ci si dovrebbe chiedere se si è fatto tutto il possibile per raggiungere gli stessi risultati dell’altra persona.

Se questo è stato fatto può essere d’aiuto accettare la propria storia con le sue caratteristiche uniche ed inimitabili, ridimensionare le proprie aspettative, cercare di valorizzare le proprie qualità e virtù ed anche i risultati che sono stati raggiunti. Questo fa parte di un percorso di crescita personale che contribuisce a ridimensionare la spinta alla competitività, a concentrare il focus sulla propria persona, aiuta anche a superare il sentimento di colpa e di vergogna per il fatto di non rispecchiare pienamente i modelli dettati dalla società. Se ci si ama si può amare anche gli altri senza provare invidia per loro.

L’ invidia è un sentimento negativo e lesivo per chi lo vive e per chi lo subisce in quanto ne è l’oggetto.

Pertanto anche chi è oggetto di invidia può soffrire, può perdere amicizie e affetti. Spesso la persona invidiata si sminuisce per non essere odiata.

Si ha paura di riuscire perché si teme di essere puniti. Le più antiche superstizioni si basavano su questo assunto, ossia che se si ha tutto e si è felici arriverà il momento in cui qualcuno invierà una maledizione e giungerà la sfortuna.

L’importante è non dare via libera all’ invidia, ma trasformarla in forza positiva contando sulle proprie abilità e capacità reali.

La soluzione all’ invidia è l’amore verso se stessi, è la fiducia nel fatto che abbiamo un senso nella nostra storia personale. Ciò favorisce il passaggio dal confronto con l’altro a quello con la propria interiorità, in quanto aiuta ad avere una maggiore consapevolezza di noi stessi e di ciò che siamo.

Come sostiene la dottoressa Chiaia, se un carciofo invidia una rosa è perché non conosce le proprie qualità. Se si ha appetito la rosa non sazia la fame pur essendo bella e profumata. Il carciofo invece si ed è ricco di virtù naturali e curative. Se il carciofo invidia la rosa è destinato a soffrire, ma se si conosce può apprezzare il proprio valore e sentirsi utile. Quindi il suggerimento e’ quello di provare a sentirci come i carciofi!!!

 

 

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