• Aprile

    15

    2018
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Il feticismo. Una manifestazione dell’angoscia di evirazione

Il feticismo. Una manifestazione dell’angoscia di evirazione

Il feticismo e’ una parafilia che consiste nello spostamento della meta sessuale dalla persona nella sua interezza ad un suo sostituto; ciò che la sostituisce può essere o una parte del corpo stesso, una qualità, un indumento, un’azione o qualsiasi altro oggetto inanimato.

Per raggiungere l’eccitamento sessuale i feticisti hanno bisogno di usare un oggetto inanimato spesso un articolo di biancheria intima femminile o una scarpa oppure una parte non genitale del corpo.

La psicoanalisi ha indicato come condizione accidentale l’intimidazione sessuale precoce che respinge dalla meta sessuale normale e incita alla ricerca di un sostituto.

Freud originariamente spiego’ il feticismo come una manifestazione dell’angoscia di castrazione. L’oggetto scelto come feticcio rappresenta il pene femminile, uno spostamento che aiuta il feticista a superare l’angoscia di castrazione.

Per Freud nel feticista si ha una scissione dell’Io: nella sua mente coesistono due idee contraddittorie: la negazione della castrazione e l’affermazione della castrazione. Il feticcio le rappresenta entrambe.

In occasione della conferenza della Società psicoanalitica di Vienna tenutasi l’11 marzo del 1914 Freud presentò un caso del feticismo del piede, breve e curato senza successo. Si trattava di un uomo di 47 anni feticista del piede e sofferente d’impotenza psichica, le cui peculiarità contribuirono a gettare nuova luce sulla genesi di questa perversione e di mostrare le condizioni costituzionali e accidentali di questa attitudine.

Dalla storia del paziente, rispetto all’origine della perversione e in particolare del feticismo del piede, era emersa una importante accentuazione dell’erotogenicità del piede e contemporaneamente un’anormale e precoce eccitazione sessuale (nel caso di questo paziente di Freud legata ad una madre sessualmente abnorme) ed una regressione nello sviluppo sessuale dovuta all’intimidazione sessuale.

L’intimidazione sessuale era stata rappresentata da una minaccia nell’infanzia che aveva prodotto disturbi nello sviluppo ed una minaccia nella pubertà che aveva provocato la fissazione. Il turbamento nell’infanzia era avvenuto a causa della minaccia di castrazione da parte del padre ed in seguito alla vista del genitale della sorella essendosi trovato con la testa tra le gambe della sorella nuda la quale inoltre, a causa di una forma di rachitismo, portava delle stecche agli arti inferiori e da ciò il paziente aveva ricavato l’ideale del piede leggiadro, smunto e dritto. In tale scena traumatica dell’infanzia il paziente era fortemente attratto dal piede della governante, pertanto la perversione era gia’ fissata, ma tale feticismo era rimasto latente fino al periodo della pubertà. Epoca in cui era avvenuta la seconda importante intimidazione da parte del maggiordomo davanti al genitale femminile che era stata vissuta come una ripetizione della minaccia paterna durante l’infanzia.

Un sogno del paziente era che la sua compagna avesse il pene, ciò evidenzia l’importanza simbolica del piede sostituito nel sogno dal pene di cui la donna in realta’ e’ priva a causa dell’evirazione.

Dopo l’intimidazione della pubertà si era inserita l’impotenza sessuale.

L’interesse molto precoce del paziente per il piede trova una spiegazione nel fatto che lo stesso volesse vedere i genitali femminili da sotto in su. Il trauma seguito alla scena della sorella aveva causato l’inibizione della ricerca sessuale e aveva determinato l’inizio della regressione, pertanto l’interesse del paziente era stato rimandato al punto iniziale della ricerca sessuale ossia il piede.

Un altro caso interessante di Freud è quello di un ragazzo che aveva eretto a condizione feticistica un certo “sfavillio sul naso”. Il feticcio era il naso al quale egli attribuiva a suo piacimento una particolare luminosità che gli altri non riuscivano a percepire.

Il feticcio non è il sostituto di un pene qualsiasi, ma di un pene ben determinato, è il sostituto del fallo della donna (della madre) a cui il bambino ha creduto e a cui non vuole rinunciare. Il bambino si è rifiutato di prendere cognizione che la donna non possiede il pene poiché questo implicherebbe il fatto che egli stesso è minacciato nel proprio possesso del pene. Pertanto egli giunge ad un compromesso: nella sfera psichica la donna continua a possedere un pene, ma questo pene non è più lo stesso di una volta. Qualcosa di diverso ha preso il suo posto, è stato eletto a suo sostituto e ha ereditato l’interesse che era rivolto al pene di prima.

Il feticcio è il segno di una vittoria sulla minaccia di evirazione e una protezione contro quella minaccia. Il feticcio inoltre evita ai feticisti di diventare omosessuali poiché attribuisce alla donna una caratteristica che la rende tollerabile come oggetto sessuale.

Il feticcio, non essendo riconosciuto nel suo significato dagli altri, è facilmente accessibile e il soddisfacimento sessuale ad esso legato è comodo e disponibile. Il feticista ottiene senza alcuna difficoltà ciò a cui gli altri uomini anelano con tutte le loro forze.

Sembra che l’interesse venga bloccato all’ultima impressione, quella che precede l’evento perturbante e traumatico, che viene trattenuta a mo’ di feticcio.

Krafft- Ebing parla anche di “feticismo negativo” che è applicato ad esempio nel caso in cui un uomo raggiunga l’eccitazione sessuale nei confronti di una ragazza solo se questa ha una sola gamba oppure se è strabica, ecc. Ciò deriverebbe dal fatto che il suo primo amore è stato una ragazza con difetti analoghi.

La Greenacre noto’ che il feticismo ha origine in disturbi pregenitali.

A causa di gravi problemi nella relazione madre-figlio, il bambino che non puo’ essere consolato dalla madre, ha bisogno di qualcosa che sia “rassicurante” in quanto immutabile nella forma e duraturo. Quindi il feticcio opera come un oggetto transizionale. L’oggetto transizionale è un oggetto materiale capace di soddisfare, nel lattante, la rappresentazione di un qualcosa relativo al possesso e all’unione con la madre.  Un qualcosa che prende il posto del legame madre-figlio.

Kohut ha descritto un suo paziente la cui infanzia era stata caratterizzata dalla traumatica non disponibilita’ della madre. Il paziente aveva fatto della biancheria intima della madre un feticcio che serviva come sostituto della mamma non disponibile.

In contrasto con i sentimenti di impotenza nei riguardi della madre egli poteva avere un controllo completo sulla versione non umana della mamma.

Le prospettive contemporanee sul feticismo si focalizzano sul bisogno dell’Io di un oggetto esterno per controllare l’ansia.

I feticisti difficilmente si rivolgono ad un professionista per un percorso psicoterapeutico a causa del feticcio in quanto anche se è riconosciuto da chi ne dipende come qualcosa di anomalo, solo in rari casi è vissuto come un fattore di sofferenza. I feticisti per lo più si dichiarano pienamente soddisfatti del loro feticcio o mostrano di apprezzare le facilitazioni che esso procura alla loro vita amorosa.

 

 

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