• Febbraio

    23

    2018
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IL DISTURBO DA DEPERSONALIZZAZIONE

IL DISTURBO DA DEPERSONALIZZAZIONE

Il disturbo da depersonalizzazione differisce in modo significativo dagli altri disturbi dissociativi.

Di solito e’ caratterizzato da esperienze persistenti in cui si realizza una sensazione di distacco dal proprio corpo o dai propri processi mentali come se questi venissero osservati dall’esterno.

L’esame di realta’ rimane integro ma tali esperienze sono causa di un disagio significativo e interferiscono con il funzionamento lavorativo e sociale.

La derealizzazione in genere fa parte del disturbo di depersonalizzazione e si riferisce alla sensazione di sentirsi estraniato dal proprio ambiente.

La depersonalizzazione puo’ presentarsi sotto diverse forme, inclusa la sensazione che il proprio corpo sia intorpidito oppure privo di vita, la sensazione che certe parti del corpo (come i piedi o le mani) non siano collegate al resto del corpo, la sensazione di vedersi estraneo o la sensazione di osservarsi a distanza.

L’esperienza soggettiva di reale distacco dal proprio corpo e’ piuttosto infrequente nella depersonalizzazione.

Le esperienze di deja vu sono il contrario della depersonalizzazione in quanto nelle prime cio’ che e’ nuovo e’ vissuto come se fosse familiare, mentre nella depersonalizzazione cio’ che e’ familiare e’ vissuto come se fosse nuovo o irreale.

Il 50% della popolazione puo’ avere un’esperienza di depersonalizzazione isolata e occasionale.

Una depersonalizzazione transitoria puo’ anche verificarsi in risposta a situazioni che comportano un pericolo di morte, come incidenti, malattie gravi e simili.

La depersonalizzazione e’ poco comune come disturbo puro rappresenta piu’ spesso un sintomo legato ad un’altra malattia come la schizofrenia, il disturbo dissociativo dell’identita’, la depressione o i disturbi d’ansia.

L’esperienza di depersonalizzazione e’ spiacevole e attiva contenuti affettivi come ansia, panico, senso di vuoto. La comorbilita’ sembra essere frequente nei pazienti con un disturbo di depersonalizzazione.

Una spiegazione psicodinamica dell’eziologia della depersonalizzazione che si e’ rivelata molto utile considera la depersonalizzazione come l’interiorizzazione di identificazioni conflittuali. E’ possibile difendersi da identificazioni inaccettabili attraverso il disconoscimento e la negazione di una parte indesiderabile dell’Io.

Rispetto al ruolo del trauma la letteratura suggerisce che i pazienti affetti da disturbo di depersonalizzazione presentano un’anamnesi di traumi infantili con una frequenza maggiore rispetto alle persone che non soffrono di questo disturbo.

Non sempre la depersonalizzazione e’ una difesa nei confronti di un pericolo esterno o di una spinta pulsionale interna.

Come ha messo in luce la psicologia del Se’ la depersonalizzazione puo’ anche riflettere il senso di panico legato alla frammentazione del Se’ quando dagli altri non giungono risposte di conferma e di rispecchiamento in persone che presentano una difficolta’ nel consolidamento di un senso di se’ coeso e stabile.

Una depersonalizzazione normale o transitoria richiede poco piu’ di una rassicurazione.

In alcuni casi di depersonalizzazione cronica le persone che ne soffrono si sono adattate al disturbo e potrebbero non sentire particolarmente il bisogno di una terapia.

Se la depersonalizzazione e’ secondaria ad un disturbo sottostante il miglioramento clinico del disturbo sottostante in seguito ad un percorso psicoterapeutico adeguato puo’ anche risolvere la depersonalizzazione.

 

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