• Luglio

    10

    2017
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I ricordi involontari

I ricordi involontari

ricordi 1

I ricordi involontari sono i ricordi che giungono inattesi alla coscienza, che affiorano in modo spontaneo, imprevedibile e senza nessuno sforzo cognitivo. Frammenti preziosi del passato che riaffiorano senza che siano cercati intenzionalmente.

I ricordi involontari sono stati a lungo trascurati dai ricercatori che li consideravano non studiabili scientificamente per il loro emergere in modo spontaneo e imprevedibile.

Negli ultimi venti anni la situazione e’ profondamente cambiata: i ricordi involontari sono stati esaminati in modo sistematico e ne puo’ essere indotta la produzione nelle stanze di un laboratorio.

I primi studi empirici sono stati condotti in Danimarca da Dorthe Berntsen, ricercatrice del Dipartimento di Psicologia dell’ Universita’ di Aarhus. Berntsen e collaboratori hanno applicato il metodo dei diari, chiedendo ai partecipanti di registrare per piu’ settimane tutti i ricordi involontari che si verificavano nella loro vita quotidiana. Per ogni ricordo i partecipanti dovevano specificare il contenuto, lo stimolo esterno o interno che l’aveva attivato e cio’ che stavano facendo quando il ricordo e’ affiorato. Da questi studi e’ emerso che i ricordi involontari non sono un fenomeno eccezionale e raro ma sono una modalita’ di ricordare, universale e molto frequente nella vita quotidiana. La maggior parte dei ricordi involontari e’ di natura autobiografica, ma ci sono anche i ricordi di tipo semantico come il ritornello di una canzone che torna alla mente in modo inaspettato.

I ricordi involontari permettono di tornare indietro nel tempo, di rivivere l’esperienza passata in modo talmente intenso che a volte il ricordo puo’ essere associato a reazioni neurovegetative come battito cardiaco accelerato e sudorazione.

Alcune condizioni favoriscono l’emergere dei ricordi involontari, in particolare uno stato mentale di attenzione diffusa e la presenza di determinati stimoli nell’ambiente.

Lo stato mentale di attenzione diffusa e’ quello in cui ci si trova quando si svolgono azioni ripetitive e monotone che non richiedono una concentrazione particolare, come guidare, mangiare.

Gli stimoli esterni sembrano piu’ efficaci rispetto a quelli interni (pensieri, emozioni, stati fisiologici) nell’attivare i ricordi involontari.

Inoltre gli stimoli piu’ complessi (un oggetto, una frase, un volto) sono piu’ efficaci nell’attivare i ricordi involontari rispetto agli stimoli semplici e puramente sensoriali (come un odore, un rumore).

Sembra che uno stimolo dell’ambiente si incontri, anche dal punto di vista dei contenuti, con una traccia mnestica immagazzinata in memoria attivando il ricordo.

Il nostro stato d’animo, le nostre preoccupazioni o aspettative hanno un’influenza importante sulla maggiore o minore attivazione di una traccia mnestica. Se ad esempio una persona cara e’ gravemente malata stimoli dell’ambiente esterno che rimandano alla malattia quali ad esempio un ospedale o il suono della sirena di un’ambulanza saranno piu’ efficaci rispetto ad altri stimoli nell’attivare ricordi involontari che riguarderanno in particolare l’ambito della malattia.

Cio’ che e’ emerso da ulteriori studi compiuti e’ che non sempre siamo consapevoli di quello che sta attraversando la nostra mente e quelli che vengono riferiti come ricordi involontari sono solo una minima parte di quelli attivati, quelli di cui diventiamo consapevoli.

Come mai alcuni ricordi diventano consapevoli procurandoci anche un vissuto emotivo molto intenso mentre altri ricordi non riescono a superare la soglia di consapevolezza?

Potrebbe essere legato all’intensita’ emotiva del ricordo, all’importanza del ricordo per il nostro Se’ o al fatto che in alcuni momenti siamo consapevoli del nostro stato mentale mentre in altri momenti no. Ma questo aspetto e’ ancora da chiarire…..

Un metodo molto efficace nell’elaborazione dei ricordi e’ l’ EMDR

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