• Aprile

    9

    2016
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I disturbi affettivi

I disturbi affettivi

I disturbi affettivi.

Cause e terapiascreensavers-wallpaper-paesaggi-gallery-content-sfondi-73813

Sono stati condotti diversi studi e numerose ricerche sui disturbi affettivi.

In questo articolo prendo in considerazione alcune tra le fonti piu’ autorevoli per delineare un quadro generale ed il piu’ possibile esaustivo dei risultati emersi fino ad oggi.

Kendler ed i suoi collaboratori hanno rilevato che il ruolo dei fattori genetici e’ sostanziale, ma non decisivo.

Il fattore predittivo piu’ influente e’ la presenza di eventi stressanti recenti. Altri due fattori, le relazioni interpersonali e un temperamento caratterizzato da aspetti nevrotici, giocano un ruolo significativo da un punto di vista eziologico.

Tuttavia in indagini successive, basate su un campione allargato, Kendler e collaboratori hanno acquisito ulteriori informazioni sull’eziologia della depressione: la sensibilita’ agli effetti induttori di depressione degli eventi stressanti sembra essere sotto controllo genetico, ossia gli individui predisposti a depressione maggiore tendono a porsi in ambienti ad alto rischio.

Gli eventi stressanti piu’ potenti sembravano essere la morte di una persona cara, violenze, gravi problemi coniugali e divorzi o separazioni.

Esistono molti dati che indicano come precoci esperienze di abuso, di abbandono o di separazione possano creare una sensibilita’ neurobiologica che predispone gli individui a rispondere a fattori stressanti in eta’ adulta con lo sviluppo di un episodio depressivo maggiore. Per esempio Kendler e collaboratori hanno riscontrato un aumentato rischio di depressione maggiore in donne che durante l’infanzia o l’adolescenza erano state separate dalla madre o dal padre.

Il fattore di rilascio della corticotropina che stimola l’ipofisi a secernere l’ormone adrenocorticotropo e’ elevato nelle persone che soffrono di depressione rispetto alle altre. Quindi un substrato genetico potrebbe determinare un aumento della risposta allo stress da parte dell’asse ipotalamo- ipofisi- surrene. In effetti nelle persone che soffrono di depressione si e’ riscontrata un’elevata attivita’ dei neuroni che contengono corticotropina.

Uno studio ha riscontrato che le donne con una storia di abuso, di abbandono infantile o di trascuratezza hanno una probabilita’ 2 volte maggiore, rispetto a quelle che non hanno vissuto simili esperienze, di avere in eta’ adulta relazioni negative e una bassa stima di se’ ed hanno una probabilita’ 10 volte maggiore di ammalarsi di depressione.

Fattori stressanti precoci correlati alla separazione, all’abbandono, alla trascuratezza o all’abuso sembrano rendere gli individui piu’ vulnerabili ai fattori stressanti che in eta’ adulta possono portare alla depressione.

Anche un fattore stressante lieve puo’ rivestire per il paziente potenti significati consci ed inconsci.

L’elemento cruciale non e’ il semplice verificarsi di un evento esistenziale negativo, ma l’interpretazione dell’individuo del significato dell’evento e dei suoi effetti.

Weiss e collaboratori hanno rilevato una chiara relazione tra tale abuso e l’insorgenza di depressione in eta’ adulta. Sostengono che gli ormoni sessuali steroidei possono giocare un ruolo chiave nella modulazione dell’asse ipotalamo- ipofisi- surrene, inducendo nelle femmine una maggiore sensibilita’ dell’asse allo stress.

Questo dimorfismo sessuale puo’ aiutare a spiegare la piu’ alta prevalenza di depressione nelle donne.

Un’ipotesi interessante, attualmente oggetto di alcuni studi, sottolinea l’influenza dell’intestino sulla dimensione psico-emotivo-affettiva.

In ogni caso in periodi particolarmente stressanti la depressione puo’ presentarsi in forme piu’ leggere in chiunque.

 

Terapia

La psicoterapia e’ fondamentale nella cura dei disturbi affettivi. Nel trattamento della depressione puo’ essere necessaria anche la terapia farmacologica, ma spesso e’ inefficace, in particolare nella depressione minore, e le persone che ne soffrono possono aver bisogno esclusivamente di una psicoterapia per essere restituiti ad un funzionamento normale.

Puo’ essere molto importante l’esplorazione del significato dei fattori stressanti, ma il primo passo e’ la costruzione di un’alleanza per raggiungere la quale e’ necessario che io ascolti la persona sofferente empatizzando con il suo punto di vista ed il suo vissuto e cercando di comprendere come la persona interpreta il proprio disagio. Perche’ la terapia possa avere inizio e possa proseguire in modo costruttivo occorre che il paziente sia collaborante e disposto ad affrontare le proprie eventuali resistenze.

Cerchero’ di individuare quali eventi hanno apparentemente scatenato il vissuto depressivo, aiutando la persona a concepire nuovi possibili modi di vivere.

 

 

 

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