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    2019
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I bambini: giochi e giocattoli

I bambini: giochi e giocattoli

In una ricerca condotta in alcuni asili nido del centro e del nord Italia alla fine degli anni 80 e’ emerso che per i bambini di 2-3 anni gli operatori organizzavano piu’ giochi maschili come il pallone, il trenino, il pompiere, le macchinine o giochi di movimento come la corsa, le capriole, i birilli, ecc. rispetto alle operatrici le quali al contrario organizzavano piu’ spesso giochi femminili come le bambole, la casetta, i piattini, ecc. e attivita’ espressive come il disegno, le composizioni, il collage, la sabbia, ecc.

Tuttavia la partecipazione dei bambini ai diversi tipi di giochi era simile nei maschi e nelle femmine.

Le preferenze nella scelta dei giochi e dei giocattoli tra maschi e femmine non sono ancora evidenti all’eta’ di 2-3 anni ma divengono visibili in eta’ successive.

I bambini di 2-3 anni non sono ancora orientati nella scelta dei giocattoli e del tipo di gioco se maschile o femminile.

Spesso accade che maschietti e femminucce pretendano un determinato giocattolo o un capo di abbigliamento che i genitori non considerano consono al loro sesso.

Accanto ai giocattoli neutri, come bicicletta, pattini, puzzle, costruzioni, ecc, ci sono giocattoli che si caratterizzano in modo marcato in senso femminile o maschile. Gli adulti considerano alcuni giocattoli piu’ adeguati ad un sesso che all’altro e non e’ frequente trovare un adulto che pensi di regalare i soldatini o la macchinina ad una bambina ma e’ ancora meno frequente un adulto che pensi di regalare pentoline, piattini o bambole ad un bambino.

I bambini piu’ piccoli tendono a scegliere un giocattolo o un gioco sulla base dei loro desideri, delle loro curiosita’, in base ai giochi che vedono fare agli altri bambini, in base agli interessi e alle esperienze relative alla loro eta’.

A 2-3 anni sia i bambini che le bambine sono molto interessati alle abitudini familiari legate alla quotidianita’, all’evento della nascita, ai rapporti tra genitori e figli e tra fratelli.

Nei giochi riproducono gli stessi ruoli che vedono svolgere dagli adulti di riferimento o dagli altri bambini.

Il gioco della bambola o quello della casetta consentono di riprodurre una serie di situazioni familiari e di vita quotidiana come svegliarsi, andare a dormire, mangiare, lavarsi, vestirsi, fare la spesa, ecc. Per questo motivo spesso anche i maschietti di 2-3 anni desiderano giocare alle bambole o alla casetta.

Al tempo stesso a volte accade che una bambina si dedichi a giochi considerati maschili soprattutto se ha dei fratelli o se ha modo di osservare altri bambini maschi che giocano.

A partire dai 5 anni o anche un po’ prima i bambini iniziano ad orientarsi in senso maschile e femminile nel gioco.

I genitori svolgono un ruolo importante nell’orientare le scelte dei bambini in quanto hanno delle attese nei confronti dei bambini in rapporto al sesso, attese che non riguardano soltanto i giochi o i giocattoli ma anche altri aspetti del comportamento che in modo indiretto influiscono sui giochi come il livello di attivita’ dei bambini.

Il bambino molto attivo e’ piu’ tollerato dai genitori mentre le bambine iperattive spesso vengono definite dei maschiacci, subiscono un atteggiamento piu’ severo da parte dei genitori e vedono meno assecondate le loro richieste nella speranza dei genitori che in questo modo cambino atteggiamenti e possano essere meno attive.

Viceversa la timidezza e’ piu’ tollerata nelle bambine che nei bambini.

Alcuni papa’ si mostrano accondiscendenti con le figlie timide e poco interattivi o perfino ostili con i figli timidi.

Anche alcune madri sono piu’ infastidite dalla timidezza dei figli che da quella delle figlie come se i genitori si aspettassero una maggiore fragilita’ emotiva e psico-affettiva dalle bambine.

Le bambine vengono incoraggiate molto precocemente a rendersi conto degli stati d’animo altrui, in questo modo appaiono piu’ empatiche nei rapporti con le persone e piu’ interessate ai sentimenti e agli stati d’animo nei giochi con le bambole.

A partire dai 4-5 anni i bambini sono molto attenti alle differenze di ruolo sessuale in quanto vanno strutturando la loro identita’ anche sulla base della differenza sessuale. Il gioco della lotta ad esempio viene praticato da molti bambini e ragazzi, da poche bambine e molto raramente dalle ragazze. In questo gioco i bambini si afferrano, si spingono e cercano di farsi cadere a vicenda. Si tratta di una lotta in cui ci si rotola per il piacere che questa attivita’ implica, senza l’intenzione di farsi del male. Questo gioco e’ anche favorito da un ormone, il testosterone, che e’ piu’ abbondante nei maschi. Il fatto che ad alcune bambine piaccia lottare o spintonare per gioco non deve sorprendere in quanto il testosterone e’ presente anche nelle donne. Il dosaggio degli ormoni varia in rapporto al sesso ma anche tra persone dello stesso sesso e in base all’eta’. Le bambine possono voler fare la lotta per imitazione e apprendimento perche’ osservano altri bambini e giocano con loro.

Anche se esistono alcune differenze tra i sessi una educazione rigidamente sessista toglie qualcosa sia ai maschi che alle femmine: le bambine vengono private di giochi ed attivita’ che sono importanti per la propria autoaffermazione e la sicurezza di se’, i bambini della possibilita’ di fare giochi in cui si apprende a mettersi nei panni degli altri, a capire gli stati d’animo altrui, incoraggiandoli invece a svolgere attivita’ basate esclusivamente sulla competizione e sull’autoaffermazione.

E’ auspicabile per un bambino e per una bambina crescere in un ambiente in cui possano organizzare i giochi come meglio credono seguendo gli interessi della loro eta’ e la loro immaginazione, un ambiente che viene realizzato nello spazio psicoterapeutico.

Un ambiente eterogeneo dove sia possibile essere spontanei e impegnarsi in vari tipi di attivita’ ludiche, dove ci sia la possibilita’ di incontrare bambini di entrambi i sessi e di diverse eta’.

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