• Maggio

    4

    2018
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L’ esibizionismo sessuale. Il bisogno di riscatto dall’umiliazione

L’ esibizionismo sessuale. Il bisogno di riscatto dall’umiliazione

L’ esibizionismo sessuale e’ una parafilia.

L’età di esordio di questo tipo di parafilia è in media 18 anni, durante l’adolescenza il giovane puo’ manifestare dei comportamenti sociali in cui cerca di imporre le sue fantasie esibizionistiche agli estranei.

La parafilia si sviluppa e si manifesta pienamente nell’età adulta, per poi deflettere dopo i 40 anni.  In base al DSM (Manuale Statistico diagnostico dei disordini mentali) perché l’ esibizionismo sia diagnosticato come patologia è necessario che si manifesti per almeno sei mesi e che gli impulsi e i comportamenti a esso associati creino un significativo disagio o difficolta’ interpersonali nella persona, tale da compromettere la vita sociale, privata e lavorativa.

L’ esibizionismo sessuale consiste nell’esporre pubblicamente i propri genitali a donne o bambine sconosciute, in questo modo l’ esibizionista si rassicura di non essere castrato. La reazione di shock che queste azioni provocano lo aiuta a fronteggiare l’angoscia di castrazione e gli da’ un senso di potere sul sesso opposto.

Stoller ha messo in evidenza che le azioni esibizionistiche in genere fanno seguito ad una situazione nella quale il responsabile si e’ sentito umiliato spesso da parte di una donna. L’ esibizionista si vendica di questa umiliazione scioccando delle sconosciute. Spesso questi uomini rivelano una profonda insicurezza rispetto al loro senso di mascolinita’.

Per Stoller, al di la’ dell’angoscia di castrazione, la minaccia e’ in termini di identita’ di genere.

Mitchell ha messo in luce il fatto che gli esibizionisti spesso sentono di non avere avuto alcun impatto su nessuna persona della loro famiglia e hanno dovuto ricorrere a misure straordinarie per essere notati.

L’ esibizionismo interessa principalmente il sesso maschile (il rapporto e’ di circa una donna esibizionista su 100 uomini esibizionisti). L’ esibizionista prova piacere nell’esporre i propri genitali e a volte l’esposizione e’ accompagnata dall’atto masturbatorio. Il soggetto può essere consapevole del suo bisogno di scatenare un sentimento ed una reazione di sorpresa e di shock nello spettatore.

L’ esibizionista non prova piacere nell’essere guardato volontariamente, ma ha bisogno di imporre le proprie regole. Stoller spiega questa esigenza facendo riferimento all’odio e alla prevaricazione che si manifestano attraverso la disumanizzazione dell’altro e della sua volontà. L’altro diventa una cosa per l’ esibizionista parafiliaco.

L’ esibizionismo appartiene alle parafilie coercitive, che vengono messe in pratica senza il consenso dell’altro e non prevedono contatto fisico. L’ esibizionista manifesta il proprio sadismo ponendo la vittima nelle condizioni di subire la sua violenza a distanza. A un livello profondo il timore dell’ esibizionista è proprio l’intimità di una relazione. Il suo fine non è sedurre la vittima. L’ esibizionista prova piacere dall’atto esibizionistico in se’ e dalla reazione di shock della vittima.

Quando l’ esibizionista non puo’ agire i propri impulsi ”vive” una sindrome di astinenza che ricorda quella da tossicodipendenza. Alla base dell’ esibizionismo c’è un profondo ed insaziabile bisogno di conferme che l’esibizionista non ha mai sentito come pienamente soddisfatto.

L’ esibizionista non si sente in grado di intraprendere altre modalità di relazione. Secondo Stoller l’esibizionista è stato un bambino umiliato, non considerato. Per questo motivo sviluppa un bisogno di riscatto sugli altri, ottenendo anche il vantaggio secondario di vendicarsi della madre simbolizzata dalle donne che sceglie come vittime.

Esistono una varieta’ di comportamenti esibizionistici, uno molto comune e’ l’anasyrma che consiste nel sollevare la gonna o slacciare i pantaloni in assenza di intimo per mostrare i genitali, altri comportamenti esibizionistici frequenti sono lo streaking che consiste nel girare nudi in luoghi pubblici nel tentativo di scatenare reazioni di shock, e il candaulesimo che consiste nel mostrare la nudità del partner ad estranei.

Attraverso il percorso psicoterapeutico si cerca di favorire l’identificazione dell’ esibizionista con le proprie vittime per aiutarlo a comprendere le conseguenze delle proprie azioni dal momento che l’esibizionista fa fatica ad empatizzare con l’altro. Inoltre, ad un livello piu’ profondo, si individuano i motivi che hanno condotto l’esibizionista ad aver bisogno del comportamento esibizionistico e lo si aiuta ad esserne piu’ consapevole. Gli esibizionisti possono trarre vantaggio se, associata ad un percorso psicoterapeutico di tipo individuale, intraprendono anche una psicoterapia psicodinamica di gruppo.

Il gruppo, infatti, fornisce all’esibizionista un misto di sostegno e di confronto con altre persone che hanno familiarita’ con il suo problema.

 

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