• Febbraio

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    2018
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Il disturbo post traumatico da stress (PTSD)

Il disturbo post traumatico da stress (PTSD)

Negli ultimi tempi la pervasivita’ del disturbo post traumatico da stress (PTSD) nella popolazione generale e’ stata riconosciuta in misura molto maggiore di quanto non lo fosse in passato.

Horowitz osservo’ che le vittime di un trauma oscillano tra il diniego dell’evento e la sua ripetizione compulsiva attraverso flashback o incubi. La mente cerca pertanto di elaborare e organizzare gli stimoli eccessivamente opprimenti.

Horowitz identifico’ alcune tematiche psicologiche comuni che conseguono a un grave trauma:

  •  Dolore o tristezza
  •  Colpa per i propri impulsi di rabbia o distruttivi
  •  Paura di diventare distruttivi
  •  Sentimenti di colpa per esserne sopravvissuti
  •  Paura di identificarsi con le vittime
  •  Vergogna rispetto a un sentimento di impotenza e di vuoto
  •  Paura di ripetere il trauma
  •  Intensa rabbia diretta verso la fonte del trauma

Mentre un tempo si pensava che la gravita’ della sintomatologia post traumatica fosse direttamente proporzionale alla gravita’ dello stressor, studi empirici indicano diversamente.

In uno studio indici predittivi di PTSD erano le ustioni di minore entita’, la percezione di uno scarso supporto a livello emotivo e un maggiore stress emozionale.

Lesioni piu’ gravi o piu’ estese non erano predittive di una sintomatologia post traumatica.

Il PTSD dipende forse piu’ da fattori soggettivi che dalla gravita’ dello stressor.

Una maggiore enfasi viene posta sulla risposta soggettiva dell’individuo all’evento traumatizzante.

Uno studio ha dimostrato che il rischio di sviluppare un disturbo post traumatico da stress poteva essere associato con una precoce separazione dai genitori, con nervosismo, con una storia familiare di ansia e con una preesistente ansia o depressione. Era necessaria per l’emergere della sintomatologia una personalita’ predisposta allo sviluppo di un disturbo post traumatico da stress (PTSD).

Gli aspetti della percezione soggettiva piu’ documentati riguardano l’esperienza di estrema paura, il vissuto soggettivo di impotenza, la percezione di una minaccia per la vita e la percezione di una potenziale violenza fisica. La maggior parte delle persone non sviluppa un disturbo post traumatico da stress (PTSD) neanche quando si confronta con traumi terrificanti.

Per tenere lontani dalla coscienza contenuti affettivi intensi e dolorosi possono venire attivate difese dissociative ma l’importanza dei ricordi traumatici fa si che essi siano mantenuti a un alto livello di attivazione cognitiva.

Fattori cognitivi e affettivi possono quindi lavorare in maniera contraria e causare l’oscillazione tra l’intrusione dei ricordi e le loro lacune tipica del disturbo post traumatico da stress.

Poiche’ i ricordi traumatici sono associati con stati affettivi dolorosi non possono essere elaborati.

I sintomi del PTSD sono una varieta’: somatizzazione, dissociazione, depressione protratta, ripetizione del danno subito attraverso automutilazioni, ecc.

Attraverso indagini sui sopravvissuti alle persecuzioni naziste, Kristal ha notato un’alta prevalenza di malattie psicosomatiche nei sopravvissuti ai campi di concentramento.

Come la maggior parte delle persone psicosomatiche anche queste persone soffrono di alessitimia, l’incapacita’ di identificare o verbalizzare stati affettivi. Secondo la visione di Krystal un trauma psichico infantile porta ad un arresto dello sviluppo affettivo, mentre un trauma in eta’ adulta porta ad una regressione di tale sviluppo. In entrambi i casi il risultato finale e’ che i sopravvissuti a un trauma non possono usare gli affetti come segnali.

Qualunque potente emozione viene vista come una minaccia del ritorno del trauma originario pertanto le persone con disturbo post traumatico da stress spesso somatizzano gli affetti. Inoltre possono soffrire di una menomazione della loro capacita’ di occuparsi di loro stessi e di svolgere funzioni di auto consolazione.

Non sono piu’ in grado di rilassarsi e calmarsi cosi’ da potersi addormentare naturalmente.

La farmacoterapia puo’ essere utile associata alla psicoterapia. Differenti modalita’ di psicoterapia possono avere effetti diversi.

La psicoterapia psicodinamica da’ buoni risultati rispetto alla riduzione dei sintomi di evitamento. La desensibilizzazione influisce sui sintomi intrusivi.

La psicoterapia deve essere personalizzata nel trattamento delle persone che soffrono di disturbo post traumatico da stress.

La ricostruzione delle esperienze traumatiche associata alla catarsi emotiva puo’ essere utile ma deve essere preceduta da un’attenta valutazione delle capacita’ dell’Io delle persone che soffrono di disturbo post traumatico da stress perche’ alcune sono sopraffatte da questa ricostruzione e reagiscono con un peggioramento clinico.

In alcuni casi puo’ essere utile l’impiego dell’EMDR o di altre tecniche psico- corporee e strumenti utili a raggiungere la dimensione inconscia nel tentativo di favorire il superamento del vissuto traumatico.

Il metodo EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è uno strumento di desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari utilizzato per il trattamento dei traumi causati da esperienze di vita disturbanti (come ad esempio aggressioni, stupri, abusi, calamità naturali, eventi traumatici accaduti nell’infanzia, …) e permette di intervenire in maniera rapida sui traumi.

Molto utile puo’ essere anche la tecnica della visualizzazione guidata che permette alla persona che soffre di PTSD di rivivere la situazione traumatica sotto la guida dello psicoterapeuta, il ricordo e la visualizzazione sono infatti “guidati”.

 

 

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