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Psicologa Milano Rossella Fumia

Depressione

Nel linguaggio comune il termine ‘depressione’ indica il sentirsi giù, un sentimento che ogni tanto capita un po’ a tutti di sperimentare, anche senza motivi apparenti.

Nella depressione intesa come quadro clinico, il sentimento del sentirsi giù è significativamente sproporzionato rispetto a qualsiasi fattore o causa esterna che possa averlo indotto.

Nel corso della vita capita ad ognuno di noi di vivere situazioni che potrebbero essere causa di depressione, tuttavia molti di noi riescono ad affrontare quelle situazioni senza diventare depressi.

Di solito la depressione si manifesta con il sentirsi triste, ma la tristezza non è sempre il sintomo più importante del quadro depressivo. Spesso si sperimentano sentimenti di vuoto e di appiattimento emotivo fino ad arrivare all’assenza di sentimenti. L’anedonia, un sintomo frequente del quadro clinico della depressione, consiste nell’incapacità di provare piacere in quelle cose che precedentemente procuravano piacere.

La persona depressa subisce non solo una trasformazione del suo umore ma vive anche un cambiamento del modo di vedere se stesso e il mondo.

La depressione può essere di diversa gravità arrivando a rappresentare perfino una minaccia per la propria vita; di diversa durata fino ad arrivare alla cronicità; può essere caratterizzata da differenti quadri sintomatologici e può avere diversi decorsi.

La depressione fa parte dei Disturbi dell’Umore che possono manifestarsi sia nei termini di una coartazione dell’umore sia nei termini di un innalzamento dell’umore. Espressione dei due estremi del continuum sono rispettivamente la depressione e la mania e nella sua forma attenuata l’ipomania.

Di solito le persone depresse si sentono tristi, sperimentano un sentimento di vuoto, sentono di aver perso la speranza, a volte sono convinte di non poter essere aiutate, possono provare ansia o irritabilità.

Perdono interesse e la capacità di provare piacere nelle attività che precedentemente rappresentavano degli hobby o delle passioni e che procuravano piacere. Possono provare un senso di distacco dalle persone care e soffrire per la perdita dei sentimenti e delle emozioni.

Capita loro di provare sentimenti di colpa, di indegnità, di inadeguatezza, di autosvalutazione. Possono giungere a non riuscire a prendere decisioni o a svolgere i propri compiti.

Le persone depresse possono manifestare un rallentamento psicomotorio o piuttosto un’agitazione psicomotoria, con irrequietezza e i segni motori di tensione ed ansia.

Possono sentirsi facilmente affaticati, avere difficoltà a concentrarsi e a ricordare.

Possono manifestare insonnia o ipersonnia, perdita di appetito e quindi del peso o aumento dell’appetito e di conseguenza del peso.

Spesso si osserva una riduzione del desiderio e del piacere, compresi quelli sessuali.

Le persone depresse possono manifestare anche sintomi fisici, che non trovano un riscontro medico, come cefalea, disturbi digestivi, dolori alla schiena, etc …

Possono giungere anche a pensieri di morte o di suicidio e a tentativi di suicidio.

L’orientamento fenomenologico ha rappresentato una svolta nel modo di accostarsi alle esperienze delle persone di cui ci si prende cura, allontanandosi dalla tradizionale impostazione medico- psichiatrica.

Karl Jaspers ha espresso la necessità di doversi confrontare con i vissuti più significativi delle persone di cui ci si occupa e di avvicinarsi a loro considerandoli come individualità. Lo psicologo deve liberare la propria mente da ogni teoria e da ipotesi diagnostiche preliminari affinché il vissuto del paziente possa manifestarsi ed essere comunicato esattamente come esso è.

Ludwig Binswanger ha sostenuto che ogni esistenza si declina nelle sue molteplici possibilità di ‘essere nel mondo’; ogni individuo, infatti, possiede un proprio progetto esistenziale, un proprio progetto di mondo, laddove il mondo è intonato al nostro specifico ed unico modo di essere e di guardarlo.

Eugène Minkowski ha affermato che ogni esistenza si declina nelle diverse modalità di ‘vivere il tempo’. Ed il tempo vissuto dal paziente può essere percepito soltanto attraverso l’intuizione, un metodo di conoscenza immediato ed irrazionale.

Jaspers ha affermato la centralità dei sintomi tratti dall’esame delle esperienze interne della persona, da ciò che la persona prova, vive, esperimenta dentro di sé, rispetto a sintomi tratti dall’esame del comportamento della persona.

Il melanconico, il depresso, che descrive il suo stato d’animo non parlerà direttamente del modo in cui sperimenta il tempo, ma un’analisi dall’esterno porterà ad identificare nel melanconico il prevalere del passato sul presente e sul futuro nel suo modo di vivere il tempo, e porterà a farci interpretare il senso del tempo come l’asse portante del disturbo melanconico.

Binswanger sostiene che la melanconia non può essere presa in esame utilizzando come unico punto di riferimento il tono dell’umore, in quanto l’essenza della melanconia consiste in un allentamento della trama della costruzione intenzionale della temporalità che si manifesta nella prevalenza del passato sul futuro.

Kimura descrive 3 forme di angoscia legate al modo di vivere il tempo. Una prima forma di angoscia, osservabile in chi soffre di schizofrenia, è rappresentata da un’angoscia per l’avvenire sconosciuto, per l’imprevedibile. Tali persone si sforzano spesso di afferrare i presentimenti presentando un’indifferenza per le cose del presente. Kimura definisce questo modo di vivere il tempo focalizzato sul futuro, modalità ante- festum.

Una seconda forma di angoscia, osservabile nei melanconici, è un’angoscia per il passato; lo stesso avvenire è una riconferma del passato. Kimura definisce questo modo di vivere il tempo modalità post- festum.

Una terza forma di angoscia legata al modo di essere nel tempo è l’angoscia di riempire il vuoto, la noia, la disperazione della morte che si riflette nel tentativo di sfuggire al futuro vivendo istante per istante nel presente, vivendo l’immediatezza della vita (assorbimento nel presente). Kimura definisce questo modo di vivere il tempo modalità intra- festum.

È fondamentale non considerare la diagnosi come il compito definitivo, ma viverla come una tappa da superare a favore di una considerazione della soggettività e singolarità della persona.

Lo psicologo psicoterapeuta svolge un ruolo fondamentale nella cura della depressione.

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