• Gennaio

    13

    2020
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La cura psicoterapeutica del trauma psicologico

La cura psicoterapeutica del trauma psicologico

Gli effetti di un trauma psicologico non dipendono solo dal trauma in se’ ma soprattutto dal modo in cui e’ vissuto a livello soggettivo.

Sono noti casi di persone uscite illese da incidenti che a distanza di settimane manifestavano paralisi motorie a braccia o gambe come se l’arto fosse stato realmente lesionato. Questa patologia e’ stata denominata isteria traumatica da Charcot ed era spiegata come la conseguenza della suggestione in persone predisposte all’isteria. L’immagine di perdere l’arto lavorava nell’inconscio fino a provocare il sintomo della falsa paralisi. La cura avveniva sotto ipnosi, con una controsuggestione la persona recuperava la funzionalita’ dell’arto.

Freud ha evidenziato come il disagio mentale possa convertirsi in disturbo fisico. Maltrattamenti e/o abusi sessuali soprattutto nell’infanzia e successivamente rimossi possono produrre a distanza di tempo effetti sul corpo.

Una questione importante riguarda quanto gli abusi siano effettivi o invece frutto della fantasia della persona soprattutto se si tratta di un minore. Sono diverse le conseguenze di un abuso subito da una donna adulta da quelle subite da una bambina o da un’adolescente.

E’ importante come l’evento e’ stato percepito al momento e come e’ stato rielaborato successivamente consciamente o inconsciamente. Un evento che sul momento non viene vissuto come traumatico perche’ il minore non ne conosce il significato puo’ provocare un effetto patologico in un secondo momento quando si collega a eventi attuali e la persona ne riconosce la gravita’. La psicologa psicoterapeuta deve lavorare sulle rielaborazioni mentali dell’evento considerando la difficolta’ di una narrazione che non e’ sempre possibile.

Il tema del trauma e’ tornato alla ribalta con i reduci del Vietnam che manifestavano anche a distanza di molto tempo una serie di sintomi tipici: flashback dell’evento, incubi angosciosi nel corso del sonno, stato costante di allerta, irritabilita’, mancanza di concentrazione per qualunque attivita’, atti impulsivi che ripetevano inconsapevolmente il comportamento tenuto nel corso dell’evento. L’American Psychiatric Association introdusse nel DSM III la categoria di Disturbo post traumatico da stress (PTSD). Sul carattere epidemico del Disturbo post traumatico da stress (PTSD) tra i reduci dal Vietnam rispetto alle guerre precedenti intervengono anche fattori culturali nella capacita’ di resilienza, la capacita’ di affrontare positivamente un trauma, e quindi nella capacita’ di autocura in seguito ad eventi traumatici.

Si puo’ ipotizzare che ci sia maggiore capacita’ di far fronte agli eventi traumatici quindi una minore percentuale di patologie post traumatiche dove per religione o per motivazione ideologica alla guerra la possibilita’ della morte o di mutilazioni e’ piu’ accettata e anche dove per condizioni materiali di vita e per cultura c’e’ una maggiore assuefazione alla morte e alla violenza.

I soldati americani partivano demotivati e convinti che la superiorita’ tecnologica avrebbe limitato i pericoli fisici mentre i disturbi post traumatici esplodevano o si acutizzavano tornati alla normale vita civile nella quale sangue, abusi, torture erano circoscritti al cinema o alle notizie di cronaca.

Negli ultimi decenni del XX secolo e’ cresciuta significativamente l’attenzione agli abusi effettuati sui minori.

Il trauma psicologico e’ un evento spiacevole, inatteso e improvviso che rompe la continuita’ del vissuto soggettivo e disturba l’integrita’ psichica dell’Io. Assume una connotazione diversa nei casi di maltrattamenti continui e di trascuratezza da parte dei genitori o di violenze vissute nel quadro di una relazione affettiva ambigua con l’adulto. Sono differenti le dinamiche psicologiche implicate rispetto ai traumi subiti dall’adulto. Infatti i disturbi che seguono ad abusi su minori non riescono a soddisfare i criteri diagnostici per il Disturbo post traumatico da stress.

Adolescenti che hanno subito un abuso da parte di un familiare sono affetti da varie forme di instabilita’ emotiva e relazionale, da problemi di concentrazione, da un fragile senso di identita’ personale, spesso hanno dimenticato o sottovalutato l’abuso subito, spesso manifestano sensi di colpa come se si sentissero corresponsabili, a volte sono vittime in una catena transgenerazionale di genitori a loro volta vittime di abusi o traumatizzati.

La difficolta’ della cura consiste nello sciogliere l’ambiguo rapporto affettivo con l’adulto abusante a cui il soggetto e’ legato da affetto e al tempo stesso da ostilita’.

Il riconoscimento del male subito non e’ facile per via di distorsioni della memoria e fenomeni di autocensura del ricordo finalizzati ad evitare senso di vergogna e di colpa. Quando il trauma e’ subito dall’adulto invece e’ raro l’oblio dell’evento.

La formazione della personalita’ nel minore inoltre e’ tanto piu’ compromessa quanto piu’ precoce e continuativo e’ stato l’abuso.

La cura psicoterapeutica dei disturbi conseguenti a traumi psicologici consiste nel portare la persona a rileggere l’evento traumatico da un’altra prospettiva e nell’aiutarla ad elaborarlo offrendole l’opportunita’ di reintegrarlo nella propria storia. Se invece l’evento resta isolato, le tracce dell’evento stesso possono manifestarsi come qualcosa di perturbante. In molti casi la rievocazione risulta impraticabile con la psicoterapia tradizionale, piuttosto che rappresentare una assimilazione graduale dell’evento traumatizzante comporta una ripetizione dell’evento con il riaffiorare delle reazioni emotive e somatiche angoscianti sperimentate durante l’evento.

La rievocazione risulta difficile in alcuni casi o controproducente per le reazioni neurovegetative importanti che produce. Per affrontare tali situazioni cliniche sono state elaborate tecniche di intervento che partono dal corpo, come l’EMDR, una tecnica di desensibilizzazione e rielaborazione mediante movimenti oculari indotti che favorisce l’elaborazione del trauma e quindi la cura.

 

 

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