• Aprile

    5

    2019
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Coppie omosessuali versus coppie eterosessuali

Coppie omosessuali versus coppie eterosessuali

 

La tradizione psicoanalitica, a dispetto della tesi dominante in psichiatria fino alla meta’ del ‘900, ha spiegato che le coppie omosessuali non sono da considerarsi ‘inferiori’ rispetto alle coppie eterosessuali e che l’omosessualita’ non e’ una patologia.

L’acquisizione psichica dell’identita’ sessuale e dell’orientamento sessuale non sono un dato scontato alla nascita, ma il risultato dell’interazione tra fattori biologici e fattori psico-ambientali.

La psicoterapia, pertanto, non deve porsi l’obiettivo di correggere l’orientamento omosessuale, ma deve ambire ad accogliere e a sostenere il desiderio piu’ profondo e autentico di quella particolare persona, aiutandola in un percorso di maturazione psichica e di crescita relazionale a superare resistenze e ostacoli che impediscono la realizzazione di tale desiderio.

Tali resistenze ed ostacoli sono causa dello stesso disagio psichico e sociale che induce a rivolgersi allo psicoterapeuta.

L’obiettivo della psicoterapia e’ che il soggetto possa diventare ego sintonico rispetto al suo desiderio piu’ autentico, cio’ che vale del resto per ogni progetto psicoterapeutico e non solo per la tematica dell’omosessualita’.

Durante l’adolescenza si acquisisce un’identita’ e un orientamento sessuali definitivi. Cio’ fa sperimentare al soggetto la propria incompiutezza legata al fatto di essere ormai separato dall’altro sesso e questa consapevolezza fa nascere il desiderio di un’integrazione affettiva con il complementare somato-psichico, cioe’ con la persona dell’altro sesso come parte che gli manca.

Anche se si negano l’esistenza di un’essenza del femminile e di un’essenza del maschile, cio’ che Jung definiva rispettivamente ‘anima’ e ‘animus’, si rivelano una serie di tratti e attitudini presenti piu’ frequentemente nel genere femminile e altri presenti piu’ frequentemente nel genere maschile, pertanto tratti che possiamo considerare tipici di ciascun sesso.

Cio’ non impedisce la possibilita’ che una donna possa manifestare alcuni tratti psico-comportamentali ritenuti tipici del genere maschile, spesso acquisiti nell’identificazione con alcuni aspetti della figura paterna e che lo stesso valga viceversa per un uomo.

Nei componenti delle coppie omosessuali spesso si rileva una combinazione di tratti e di sensibilita’ maschili e femminili, senza che vi sia una netta prevalenza di un tipo di tratti rispetto all’altro, con il risultato che nel rapporto affettivo e sessuale tra i partner puo’ realizzarsi una complementarita’ di tratti eterogenei.

La corporeita’ sessuata con i suoi dinamismi fisiologici, biochimici e con le fantasie e le sensazioni correlate anche se non determina rigidamente le attitudini psico-comportamentali  tuttavia le orienta. Non solo abbiamo un corpo che psiche e cultura interpretano, plasmano e utilizzano, ma siamo anche un corpo che precede, condiziona e delimita l’attivita’ psichica e simbolica.

E’ sufficiente essere anatomicamente complementari per essere coppie riuscite? Non sarebbe piu’ corretto fare riferimento alla reciprocita’ affettiva, alla capacita’ di amare, di comprendere e di rispondere ai bisogni del partner e, quando ci sono figli, alla capacita’ di crescerli, prendersene cura ed educarli fisicamente e psicologicamente?

Ancora … la procreazione puo’ essere considerata un parametro che consente di stabilire il valore di una coppia?

Se cosi’ fosse, una coppia che ha messo al mondo cinque figli avrebbe un valore superiore rispetto ad una coppia che ha solo un figlio o ad una che non ne ha neanche uno. Limitare al concepimento e alla procreazione il contribuito di una coppia alla comunita’ e’ una prospettiva che trascura le potenzialita’ e la ricchezza degli innumerevoli modi in cui gli esseri umani possono incontrarsi limitando l’esperienza umana esclusivamente alla biologia.

Una volta nato il bambino ha bisogno di essere accudito, amato, cresciuto dai genitori che possono essere o meno quelli biologici. L’elogio alla famiglia come istituzione naturale porta ad una svalutazione del significato piu’ profondo degli affetti che legano famiglie che non si fondano sui vincoli di sangue, ma su legami di accoglienza reciproca.

Chi e’ il vero genitore? Chi mette al mondo biologicamente o chi cresce il figlio fornendogli cure e sicurezza?

Spesso ci sono genitori biologici incapaci di fornire cure e sicurezze al figlio e genitori non biologici che sono in grado di farlo, si tratti di uomini o donne, coppie omosessuali o eterosessuali.

Per essere buoni genitori l’eterosessualita’ non e’ una condizione sufficiente, cosi’ come essere omosessuali non significa essere cattivi genitori. Antonino Ferro, presidente della Societa’ Psicoanalitica Italiana, ha scritto: “I figli li faccia chi ha voglia di accudirli con amore”

Un figlio puo’ essere concepito senza essere pensato o al contrario puo’ essere cercato a tutti i costi.

Kohut ha sostenuto che esistono relazioni eterosessuali fortemente narcisistiche e viceversa relazioni omosessuali mature in cui il partner e’ riconosciuto e amato come soggetto separato e autonomo. Sono molti i modi in cui i componenti di una coppia possono arricchirsi reciprocamente ed arricchire coloro che li circondano.

Attualmente non solo la psicoanalisi ma tutte le discipline che hanno a che fare con la salute mentale considerano gli omosessuali al pari degli eterosessuali, sia gli uni che gli altri possono manifestare problematiche di natura psico-affettiva. Analogo discorso vale per la coppia, ci sono relazioni mature tanto nelle coppie omosessuali che in quelle eterosessuali e relazioni piu’ o meno patologiche tanto nelle prime quanto nelle seconde.

Per me famiglia e’ dove abitano amore e rispetto. Spesso il vincolo di sangue non preserva da sofferenza e a volte da tragedie. Per questo motivo penso che cio’ che piu’ conta e’ essere risolti sul piano psico-affettivo solo cosi si possono realizzare famiglie, tradizionali o meno, in cui abitano amore e rispetto.

 

 

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